Sono ben 89 i Comuni siciliani privi di uno sportello bancario. Questo è quanto emerge dal Rapporto annuale redatto dall’Osservatorio regionale del credito in base ai risultati dello scorso anno e pubblicato il 23 novembre sul sito ufficiale della Regione Sicilia secondo i dati raccolti in collaborazione con la Banca d’Italia e l’Istituto Centrale di Statistica.
Il Rapporto annuale consta di ben 79 pagine e comprende anche due appendici, la prima sulle attività delle banche relative al secondo semestre del 2017, la seconda con la rilevazione dei tassi d’interesse nel IV trimestre, sempre del 2017, e viene redatto sulla base delle norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sicilia in materia di credito e risparmio, emanate con il Decreto Legislativo del 29 ottobre 2012, n. 205, nonché da quelle previste dall’articolo 83 della legge regionale del 26 marzo 2008, n. 2.
In Sicilia il numero totale degli Istituti bancari presenti nel 2017 ammonta a 60, due in meno rispetto all’anno precedente, di queste 26 hanno sede in regione, 4 sono società per azioni, 2 le banche popolari e 20 le banche di credito cooperativo; quelli con sede fuori regione sono 34 di cui una risulta essere filiale di banca estera. Per numero di sportelli in testa troviamo Palermo con 340, segue Catania con 283, Messina con 179, Trapani con 132, Agrigento con 130, Siracusa con 108, Ragusa con 100, Caltanissetta con 83, in coda Enna con soli 56.
Dai dati emerge chiaramente che la situazione più grave riguarda la provincia di Messina per la quale ben 55 Comuni su un totale di 108 sono privi di uno sportello bancario; nelle altre provincie dell’isola la situazione vede Palermo con una copertura di 67 Comuni su un totale di 82, Agrigento con 35 su 43, Catania con 53 su 58, Siracusa con 19 su 21, Caltanissetta con 20 su 22, Enna con 18 su 20 ed infine Trapani con 22 su 24 Comuni. Solamente la provincia di Ragusa può vantare una copertura totale di 12 Comuni su 12, certamente dovuta alla capillare diffusione della locale Banca Agricola Popolare che nel corso di quest’anno ha assorbito a Catania la Banca Sviluppo Economico.
I Comuni etnei ormai privi di sportelli bancari sono Camporotondo Etneo, Maletto, Maniace, Milo e Sant’Alfio.
Una tale situazione determina notevoli disagi non solo a tanti cittadini ed imprese, costretti a rivolgersi alle varie agenzie di Poste Italiane oppure ad utilizzare le banche on line, ma anche ai possibili turisti che visitano località prive di agenzie bancarie ed impossibilitati a prelevare.
Negli ultimi sette anni in Italia sono state chiuse ben 6.289 agenzie con una riduzione del personale impegnato nel sistema creditizio di ben oltre 26.000 unità; il tasso di riduzione degli sportelli bancari oscilla tra il -4,6% del Nord-Ovest ed il -9,3% delle isole; del resto anche la stessa Banca d’Italia chiude diverse sedi provinciali accorpandole a quelle più vicine. La trasformazione del sistema bancario va avanti ormai senza soste alla ricerca di sempre più elevati livelli di redditività ed efficienza, ma con un carissimo prezzo da pagare rappresentato dalla desertificazione che rischia di tagliare fuori quasi completamente aree meno sviluppate e depresse dell’Italia e della Sicilia in particolare.
La situazione dei Comuni senza banche si riflette principalmente sulla popolazione anziana, non certamente abituata all’uso di internet, e costretta a lunghe file (e con i relativi rischi) presso gli uffici postali per poter prelevare mensilmente la propria a volte magra pensione.
Domenico Pirracchio