Presso la sede coordinata dell’Istituto Professionale Alberghiero “G. Falcone” di Giarre si è tenuto un convegno sul femminicidio, raccontato da alcune testimoni dirette, ossia le mamme di due vittime del triste fenomeno. Sottolineata l’importanza di ribellarsi immediatamente ai casi di violenza nella coppia, denunciandoli sul nascere
Due testimoni dirette del tristissimo fenomeno denominato “femminicidio” sono state protagoniste nei giorni scorsi a Maniace del convegno sul tema “Oltre il silenzio – Ancora una volta per una svolta – Noi ci siamo”.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto Professionale Alberghiero “Giovanni Falcone”, la cui aula magna ha ospitato i relativi lavori, introdotti dalla dirigente scolastica Monica Insanguine.
Presenti diverse figure istituzionali locali, tra cui il sindaco di Maniace Antonino Cantali, l’assessore alla Pubblica Istruzione Giovanna Coci ed il consigliere comunale Francesco Sanfilippo Frittola.
Il primo intervento è stato quello di Vera Squadrito, madre di Giordana Di Stefano, massacrata nel 2015 a Nicolosi dal suo ex fidanzato Luca Priolo con quarantotto coltellate al culmine di una relazione all’insegna della gelosia e di insulti verbali.
Ha fatto seguito la testimonianza di Giovanna Zizzo, madre della piccola Laura uccisa quattro anni fa a San Giovanni La Punta dal padre Roberto Russo, che aveva anche tentato di eliminare un’altra figlioletta, oggi diciottenne, salvatasi dopo cinque giorni di coma. A generare la furia dell’uomo il desiderio di vendetta nei confronti della moglie, che aveva deciso di prendersi una pausa coniugale.
Infine l’illuminante riflessione del dottor Daniele Aidala, psichiatra presso il Dipartimento di Salute Mentale di Bronte. «La possessività – ha sottolineato il medico rivolgendosi ai giovani dell’Istituto “G. Falcone” – finisce col rovinare le relazioni sentimentali fino a sfociare nella violenza ed a trasformare gli uomini in belve irrazionali, capaci anche di macchiarsi di orrendi delitti. Onde evitare che si arrivi al peggio, in presenza di queste tristissime situazioni l’unica cosa da fare è di denunciarle sin dal loro primo manifestarsi».
Gli interventi dei tre relatori sono stati intervallati dalle proiezioni di due video, in uno dei quali sono state ricordate le vittime dei femminicidi mentre in un altro è stata raccontata la storia di una donna, interpretata dall’attrice Rosalia Porcaro, uccisa dal marito dopo un susseguirsi di violenze domestiche mai denunciate.
Il tema ad oggetto del convegno, rientrante nelle attività del PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) sull’educazione all’affettività, alla legalità ed alla cittadinanza, è stato anche simboleggiato dalla panca realizzata dall’artista maniacese Angelo Reale, esposta nel corso dei lavori.
Rodolfo Amodeo