Come tutti e dieci i Comuni del versante messinese della Valle dell’Alcantara (da Taormina a Santa Domenica Vittoria) anche Graniti è stato nei giorni scorsi commissariato dalla Regione Siciliana per i debiti maturati con l’Ato Me4 fino a giugno 2018 relativamente ai servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Alla Società comprensoriale la municipalità granitese deve oltre trecentomila euro (esattamente € 303mila 334), che il commissario inviato da Palermo (nella fattispecie Teresa Restivo) avrà il compito di reperire e versare all’ente creditore ponendo in essere ogni provvedimento utile (es.: variazioni di bilancio, piani di rientro, ecc.).
Sulla questione si registra intanto una nota del gruppo consiliare d’opposizione “Rinascita Granitese”, guidato da Maria Angela Tomarchio (nel riquadro in foto).
«Sul fronte delle somme non pagate per il servizio rifiuti – scrivono quest’ultima ed i suoi colleghi consiglieri Salvatore D’Angelo ed Antonio Russo – il nostro Comune ha cinque anni di arretrato. Ciò che al riguardo ci preme evidenziare è che l’Amministrazione Comunale ha potuto continuare a non pagare grazie al parere positivo dell’organo di revisione contabile, che in occasione dell’approvazione del Conto Consuntivo 2016 ebbe a dichiarare di non sapere effettivamente a quanto ammontasse il debito con l’Ato. Il revisore dei conti ha quindi “suggerito” al funzionario comunale responsabile dell’area tecnica di prendere la sua “valigetta”, metterci dentro le relative fatture e recarsi negli uffici dell’Ato per poter quantificare esattamente l’importo totale dovuto.
«Con questo vogliamo dire che se da un lato è vero che la politica con la “p” minuscola può anche sbagliare e non rendere quella che è la realtà dei fatti e dei numeri, dall’altro lato è anche vero che gli organi tecnici preposti (revisori contabili, capi area e segretari comunali) non possono permettersi errori e distrazioni. Pertanto, se in occasione dell’approvazione dei vari documenti finanziari del Comune di Graniti (bilanci, conti consuntivi, ecc.) avessimo avuto l’esatta contezza dell’ammontare del debito con l’Ato, non si sarebbe arrivati al punto del commissariamento, i cui costi, com’è risaputo, sono a carico del nostro ente.
«Queste considerazioni, che sicuramente sono riferibili anche a tanti altri Comuni penalizzati dal mal funzionamento degli organi burocratici e di controllo, il nostro gruppo consiliare le ha inviate ufficialmente per iscritto sia al revisore dei conti e sia all’Ato ME-4».
Rodolfo Amodeo