La rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, voluta dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Sgroi e deliberata all’unanimità dal Consiglio comunale nella storica seduta del 31 ottobre 2018 incassa anche l’atteso parere positivo della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali del Ministero dell’Interno. La decisione per l’approvazione finale (o l’eventuale diniego) adesso spetterà alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti con sede a Palermo dove, il 29 gennaio prossimo, è già prevista un’audizione del sindaco.
Fin dal suo insediamento il neo sindaco Sgroi ha posto la sua attenzione politico-amministrativa prioritariamente al risanamento delle finanze dell’ente. Utilizzando tutti gli strumenti previsti dalla legge, rispettando le rispettive scadenze l’attuale amministrazione ha lavorato alacremente per raggiungere tale l’obiettivo che, naturalmente, è fondato e subordinato al pagamento dell’imponente massa debitoria accumulatasi sin dagli anni Novanta del secolo scorso. Benché il percorso sia molto rigoroso, per il sindaco Sgroi il risanamento dell’Ente continua a rappresentare una scommessa politica e personale.
Vent’anni per ripianare un deficit finanziario strutturale di oltre nove milioni di euro. Passività dovute, prevalentemente, alla difficoltà nella riscossione dei tributi, ma anche per la soccombenza dell’ente in parecchi contenziosi gravati da spese per interessi e oneri legali riguardanti espropri per la realizzazione di opere pubbliche. A ciò vanno aggiunte le considerevoli decurtazioni dei trasferimenti. Tant’è che il Comune etneo, nell’ultimo decennio, ha visto ridotti i trasferimenti da parte dello stato e della regione di circa il 60%, quasi 5 milioni di euro.
Punto di forza per l’attendibilità del Piano, ormai riconosciuto anche dal Ministero dell’Interno, sono stati gli accordi transattivi con i creditori curati personalmente dal sindaco e che hanno permesso sia un risparmio in conto capitale sia il dilazionamento in più annualità.
Riduzione della spesa e aumento delle entrate sono i cardini su cui si fonda il nuovo Piano, ma non avendo chiesto l’accesso al fondo di rotazione, il comune non è obbligato a deliberare le aliquote e le tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita dalla legge. Tuttavia il raggiungimento dell’obiettivo è strettamente subordinato alla capacità dell’ente di fare cassa, cioè di riscuotere interamente l’imposizione fiscale prevista.
Il sindaco Sgroi seppur non canti vittoria, si dichiara soddisfatto per il l’esito della prima fase istruttoria del Piano, per la cui strategia e tempistica ne rivendica fortemente la paternità politica.
Adesso pone la sua speranza nel definitivo giudizio positivo della Corte dei Conti. “Il risanamento finanziario dell’ente era un impegno politico preso con gli elettori in campagna elettorale – afferma il sindaco – ritengo che la relazione del ministero alla rimodulazione del Piano, di cui darò conto al consiglio comunale nella seduta di domani, sia une notevole passo in avanti per scongiurare il crack finanziario. Sono fiducioso che anche la Corte dei Conti, così come ha già fatto la commissione ministeriale, apprezzerà i contenuti del Piano di riequilibrio rimodulato dalla mia amministrazione. Sono stato già convocato dalla Corte dei Conti per il prossimo 29 gennaio e in tale seduta rappresenterò ogni utile ragione e controdeduzione per portare a Randazzo un importantissimo risultato positivo che consentirà all’ente di avviare un vero processo di risanamento economico e finanziario”.
Gaetano Scarpignato