Un paio di anni fa si costituiva a Mojo Alcantara “La Compagnia dell’Ostello”, ossia un’associazione di volontariato ambientale che riunisce amanti dell’escursionismo naturalistico e dei percorsi storici, culturali e religiosi. Non a caso, diversi componenti del sodalizio hanno affrontato l’esperienza del Cammino di Santiago, ovvero il lungo percorso che, attraverso la Francia e la Spagna, conduce al santuario di Santiago di Compostela, dove sarebbe sepolto l’apostolo Giacomo il Maggiore. Ultimamente si sta assistendo ad una riscoperta di questo tipo di percorsi (si pensi, ad esempio, alle Vie Francigene, al Cammino Italia ed al Sentiero Europeo E1), anche sotto la spinta di più salutari stili di vita, all’insegna del movimento fisico e del contatto con la natura, e della voglia di conoscere e valorizzare al meglio i nostri territori rurali e montani. Tra gli obiettivi de “La Compagnia dell’Ostello” ci sono anche il recupero e la gestione di rifugi e punti di ristoro per i camminatori e l’avvicinamento dei giovani alle antiche tradizioni.
Ma domenica prossima, 24 marzo, l’associazione moiese si cimenterà in una nuova iniziativa di grande valore civico: la pulitura del sentiero “Bottesco” in collaborazione con “Legambiente Taormina-Valle dell’Alcantara” e con la sezione di Randazzo del “C.A.I.” (Club Alpino Italiano) e con il patrocinio del Comune di Malvagna, nel cui territorio detto sentiero ricade.
Il sentiero “Bottesco” prende il nome dall’antico serbatoio a forma di botte che alimentava l’acquedotto malvagnese e che ancora è possibile vedere lungo tale percorso, che inizia all’estrema sinistra del piazzale del cimitero di Malvagna, intorno ai 730 metri sul livello del mare.
Si arriva quindi al vecchio tracciato che una volta serviva ai contadini per raggiungere i loro piccoli appezzamenti di terreno, coltivati per poter sfamare la famiglia e sottratti alla montagna con un faticoso lavoro di costruzione di muri a secco e terrazzamenti (chiamati “zotti”) di cui esistono ancora delle evidenti tracce, specie lungo il tratto iniziale che sale ripidamente verso Pizzo Pino, a 900 metri s.l.m.
Alla fine del sentiero inizia la dorsale delle cosiddette “Coste”, che con un tragitto a “saliscendi” arriva a Punta di Castelluzzo, ossia la cima più alta a 1160 metri s.l.m. Da qui, seguendo un’ampia carrareccia, inizia la discesa verso Roccella Valdemone.
Rodolfo Amodeo