Quello di ieri sera, a Francavilla di Sicilia, è stato uno dei Consigli Comunali più partecipati e lunghi della storia politica locale, protrattosi per ben cinque ore (dalle 18,00 alle 23,00). All’ordine del giorno dei lavori la discussa improvvisa chiusura del plesso delle scuole elementari di Via Napoli, disposta dal sindaco Enzo Pulizzi lo scorso 31 gennaio, ed il conseguente trasferimento degli scolari, con i relativi disagi, in quello delle scuole medie di Piazza Pirandello.
Con somma soddisfazione dei consiglieri comunali del gruppo d’opposizione “Scriviamo Insieme il Futuro”, alla fine della sfibrante seduta, sulla spinta delle incalzanti domande rivoltegli dall’esponente della minoranza Alessandro Vaccaro, l’ingegnere Roberto Corradini ha esplicitamente ammesso che non ci sarebbe bisogno di aspettare l'”utopistico” finanziamento da cinque milioni di euro per demolire e ricostruire lo stabile di Via Napoli, soluzione questa ipotizzata sino ad oggi dagli attuali amministratori francavillesi, ma che con al massimo un milione di euro (somma, questa, più facilmente ottenibile dai preposti enti finanziatori) lo stesso plesso potrebbe essere messo in sicurezza.
All’ingegner Corradini ed alla sua società “A.I.G.” di Linguaglossa (CT) l’Amministrazione Comunale francavillese aveva affidato, nell’autunno del 2017, lo studio per verificare l’idoneità sismica dell’immobile di Via Napoli.
L’affermazione del tecnico linguaglossese è stata l’ultimo atto dell’estenuante seduta consiliare di ieri sera, convocata in forma “aperta”, ossia con la possibilità per i cittadini di poter prendere la parola.
Va dato atto al presidente del civico consesso francavillese, Isidoro Musumeci, di aver ben saputo gestire, con ritmi da “conduttore televisivo”, i tempi dei lavori, che altrimenti si sarebbero potuti protrarre sino a notte fonda.
Il primo cittadino Pulizzi, dal canto suo, si è difeso dicendo di «aver agito e deciso non tanto come sindaco o come politico, bensì come genitore avente anch’io dei figli che frequentano le scuole francavillesi, e che stanno avvertendo gli stessi disagi degli altri alunni del nostro paese. Vero è che ci siamo assunti la responsabilità di chiudere la scuola primaria di Via Napoli, ma possiamo garantire che ci stiamo impegnando al massimo per conseguire uno di questi due risultati: ottenere un finanziamento per rendere pienamente agibile l’immobile di Via Napoli partecipando ai bandi che sin dai prossimi giorni verranno emanati dalle pubbliche istituzioni nazionali competenti, oppure costruire una scuola “ex novo” in un altro angolo del paese dopo aver verificato quanto il nostro Comune possa spendere in base alla propria capacità di indebitamento. Una cosa è certa: con il prossimo anno scolastico faremo di tutto per tornare alla “normalità”».
Il sindaco Enzo Pulizzi ha inoltre sottolineato che ad indurlo a disporre la chiusura del plesso scolastico di Via Napoli è stata una sentenza della Corte di Cassazione del gennaio 2018 che condannava il suo collega del Comune campano di Limatola proprio per non aver inibito l’utilizzo di un edificio pubblico dichiarato “a rischio sismico”.
Dal canto loro, l’assessore alla Pubblica Istruzione, Melania Silvestro, e l’ingegnere Antonino Seminara, funzionario responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, hanno assicurato a Carmelo Spitaleri, intervenuto nel pubblico dibattito come portavoce dei genitori, che il trasferimento degli alunni delle scuole elementari nel plesso delle scuole medie di Piazza Pirandello era l’unica soluzione possibile, che rimane comunque provvisoria anche se gli interventi strutturali di adeguamento per ospitare i nuovi alunni hanno ricevuto tutte le autorizzazioni da parte degli organi competenti.
A dir poco “inquietante” l’analisi illustrata nell’aula consiliare dal prima citato tecnico incaricato Corradini riguardo al rischio sismico cui sarebbero soggetti la scuola elementare francavillese e, più in generale, l’intero territorio locale: il Comune di Francavilla di Sicilia rientrerebbe in “Zona 2”, ossia tra quelle a rischio sismico; sulla base dei terremoti verificatisi nell’isola nei secoli scorsi tale area potrebbe subire, prima o poi, un effetto “di ritorno”; e la scuola elementare di Via Napoli, in particolare, presenterebbe elevate criticità nel corpo scale e nel refettorio, oltre ad avere vie di fuga inadeguate.
Al cospetto di tali “terrificanti” prospettive, il capogruppo d’opposizione ed ex sindaco Lino Monea ha chiesto all’ingegnere Corradini se si potessero effettuare studi più approfonditi, anche attraverso un confronto con la più “tranquillizzante” redazione tecnica redatta diciassette anni fa dall’autorevole ingegnere e docente universitario Antonino D’Aveni, il quale attestava che “l’edificio delle scuole elementari di Via Napoli è in grado di garantire la necessaria resistenza alle azioni sismiche“.
Alla luce dell’imbarazzante vicenda, sia Monea che il suo collega consigliere di minoranza Alessandro Vaccaro hanno esortato Enzo Pulizzi a rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaco, ma attorno all’attuale primo cittadino francavillese hanno “appassionatamente” fatto quadrato il capogruppo consiliare di maggioranza Filippo Grifò ed il consigliere Gianfranco D’Aprile, evidenziando il primo che «le relazioni tecniche del passato riguardavano fattori statici e non sismici» ed il secondo che «proprio ai tempi in cui è stato sindaco Monea gli estintori delle scuole francavillesi erano venuti a scadenza, ma nessuno si era preoccupato di sostituirli. Ed adesso Monea ed i suoi sostenitori si preoccupano della sicurezza delle scuole!…».
Ma, come prima accennavamo, la seduta del civico consesso francavillese di ieri sera (che ha anche registrato un momento di accesa tensione tra le contrapposte fazioni politiche, al punto da indurre il presidente Musumeci a sospenderla alcuni minuti per “sedare gli animi”) è stata convocata in forma “aperta”, ossia con la possibilità per i cittadini di prendere la parola dietro prenotazione degli interventi ventiquattr’ore prima. Di seguito le sintesi di tali interventi.
FRANCO CAMARDI, avvocato e rappresentante di Legambiente: «A Francavilla di Sicilia non si è mai verificato un terremoto che ha provocato disastri, come si può anche evincere dai nostri antichi palazzi e monumenti da sempre integri. Il sottosuolo del nostro paese, tra l’altro, è costituito da pietre alquanto massicce. Non si capisce, pertanto, questa “fretta” nel chiudere la scuola elementare di Via Napoli. E’ come se, al cospetto di un parente che sta male, anziché chiamare il medico per tentare di curarlo si chiama direttamente… l’impresario delle pompe funebri».
SALVATORE NUCIFORO, ex sindaco di Francavilla di Sicilia: «Stasera, ascoltando le spiegazioni tecniche dell’ingegner Corradini, ho spesso… toccato ferro. In realtà il vero “terremoto” è quello che sta subendo socialmente la comunità francavillese. Come rappresentante di “quelli di prima”, ossia dei sindaci che nei decenni scorsi si sono avvicendati alla guida del Comune di Francavilla, posso dire che tutti abbiamo attenzionato le condizioni di sicurezza delle nostre scuole, ma lo abbiamo fatto con il dovuto equilibrio ed avvalendoci dei supporti delle pubbliche istituzioni, quali il Genio Civile, la Soprintendenza ai Beni Culturali e la Protezione Civile, così come ci ha consigliato di fare il professor D’Aveni, cui nel 2002 abbiamo affidato l’incarico per la verifica statica ed il collaudo degli edifici scolastici comunali. Suggerisco dunque di affrontare la delicata questione attraverso un sereno dialogo tra le contrapposte forze politiche locali e, soprattutto, chiedendo il conforto tecnico degli organismi pubblici superiori, in grado di effettivamente attestare se la scuola elementare di Via Napoli sia a rischio o meno».
MARIA CATENA VACCARO, insegnante di sostegno: «Le risposte dateci stasera dagli amministratori e dai funzionari comunali non ci convincono affatto. Bisogna infatti capire che la scuola non è più quella di quarant’anni fa in quanto non basta avere una cattedra e dei banchi di fronte: occorrono degli spazi adeguati per garantire una didattica al passo con i tempi, di cui non si è tenuto conto in queste settimane con gli interventi infrastrutturali effettuati negli ambienti del plesso delle scuole medie di Piazza Pirandello per tentare di consentire di ospitare in essi anche gli alunni delle scuole elementari. Da insegnante di sostegno denuncio, in particolare, la mancanza di spazi per lo svolgimento di attività didattiche destinate agli alunni disabili».
CARLA CAPITANELLO, rappresentante dei genitori delle scuole elementari: «Il “rischio” della scuola elementare di Via Napoli è pari a quello della “adeguata” scuola media di Piazza Pirandello: lì c’era il pericolo del terremoto, mentre qui non esistono vie di fuga (c’è solo uno strettissimo corridoio “ad elle”) e gli alunni sono costretti a mangiare a ridosso dei… bagni. Per il momento abbiamo accettato questa situazione solo per non far perdere ai nostri figli l’anno scolastico, che richiede un certo numero di ore di lezione da frequentare. Ma per il prossimo anno scolastico pretendiamo delle certezze, altrimenti siamo anche disposti a trasferire i nostri figli negli istituti di altri Comuni vicini».
Rodolfo Amodeo