La Sicilia resta sempre la terra delle grandi contraddizioni. Oltre che dal turismo, il volano della sua economia dovrebbe essere rappresentato, così come un tempo, dall’agricoltura, settore recentemente “riscoperto” dalle giovani generazioni che si scommettono in tale ambito in maniera per così dire “eroica” in quanto non certamente sostenute dalle pubbliche istituzioni.
Da qui il presidio permanente che da avantieri e sino a domani, sabato 29 marzo, si svolge a Palermo in Piazza Indipendenza, dove ha sede la Presidenza della Regione Siciliana, su iniziativa dell’organizzazione “Sifus Confali”, che si occupa delle problematiche dei Consorzi di Bonifica.
I manifestanti intendono in particolare richiamare l’attenzione del Governatore Nello Musumeci e del suo assessore all’Agricoltura Edgardo Edy Bandiera sulle difficoltà che da alcuni anni a questa parte gli agricoltori siciliani incontrano per poter irrigare i loro campi.
«La verità è che i Consorzi di Bonifica, relegati al ruolo di “carrozzoni”, offrono un servizio irriguo con il criterio del… gelataio, ossia da giugno a settembre, mentre fino a meno di un ventennio fa tale servizio era distribuito su dieci mesi l’anno, quando si partiva con l’acqua di fluenza invernale, per poi passare all’acqua di sollevamento estiva ed, infine, con la fluenza in autunno.
«È altrettanto vero che i Consorzi di Bonifica non si impegnano per ottenere il rientro del personale operaio stagionale, anche perché non sono ancora pronti con i Bilanci di Previsione 2019, che permetterebbero di richiedere il contributo regionale previsto. Purtroppo con tali tempistiche si arriverà ad aprile inoltrato.
«E quest’anno si profila una situazione ancora peggiore rispetto a quella dello scorso anno, quando c’era la scusa della penuria d’acqua: in questo 2019 le scarse programmazioni delle attività manutentive impediscono di vettoriare l’acqua verso i canali di distribuzione per consentire ai laghetti privati degli agricoltori di riempirsi.
«Il presidio permanente di questi giorni è dovuto al fatto che il Sifus aveva chiesto al presidente Musumeci ed all’assessore regionale all’Agricoltura Bandiera delle risposte al riguardo entro il 25 marzo, che però non sono arrivate. Chiediamo sostanzialmente – conclude Abate – date certe sulle riforme promesse in tale ambito da Musumeci e dal suo Governo durante la campagna elettorale, ma poi via via “sbiaditesi” sino al punto da non parlarne più».
Morale della favola: un tempo un’espressione indicativa di una situazione di spreco era “portare l’acqua alla fontana“, mentre oggi, nella sempre “paradossale” Sicilia, l’acqua viene addirittura portata al… mare.
Rodolfo Amodeo