In una città come Giarre che ha perso la propria memoria storica spicca l’impegno culturale di Mario Cateno Cavallaro, funzionario del Comune, che negli ultimi anni ha sfornato una serie di libri sul passato di Giarre e del circondario. Cavallaro si aggiunge meritoriamente all’elenco di studiosi della nostra storia che una volta era molto più folto e che con gli anni è andato assottigliandosi con la scomparsa di personalità del calibro del prof. Vincenzo Di Maggio o del preside Sebastiano Fresta. Per fortuna, quindi, che c’è ancora qualcuno come Mario C. Cavallaro che ci ricorda chi eravamo.
La sua ultima fatica si intitola “L’istruzione e le superstizioni a Giarre e nel suo hinterland 1761-1953” e ripercorre la creazione delle istituzioni scolastiche a Giarre e dintorni, un passato glorioso da riscoprire. «Se fino al XV-XVI secolo gli abitanti delle campagne erano del tutto analfabeti (…) a Giarre nel 1761, su richiesta dei “padri di famiglia” con la loro “petizione dei fanciulli”, fu aperto un oratorio dei Padri di San Filippo Neri i quali, insediatisi nel 1760, diedero un notevole impulso alla crescita culturale dell’intero quartiere». E poi nel 1819 Ferdinando I “accordò la grazia” di fondare il Real Educandario di San Filippo Neri “per attendere alla morale e letteraria educazione dei Giovani”.
Nel Comune delle sette torri che vanta oggi un notevole numero di istituti scolastici già nel 1877 lavoravano ben 23 insegnanti. E come raccontava il fisico giarrese Giuseppe Antonio Mercurio nel 1851 oltre all’oratorio «sono in Giarre quattro scuole a peso della rendita comunale, una primaria, la seconda di lingua latina, italiana e francese, la terza di matematica elementare, e la quarta di fisica sperimentale».
Giarre – come racconta Cavallaro (foto a sinistra) – prese parte sin dalla prima applicazione perfino alla “sperimentazione” dei Regi Ginnasio-Magistrale istituiti con la Legge n. 861 del 21 luglio 1911. «In fase di avvio “ben 74 comuni chiesero l’istituzione di sezioni magistrali presso Ginnasi isolati. I Comuni scelti per l’esperimento di questo primo anno sono “Barletta, Chivasso, Giarre, Marsala, Monza, Nicastro, Oristano, Rossano, Sala Consilina, Termini Imerese».
A Giarre si registrò il maggior numero di ammissioni con 94 studenti. Non solo. La rivalità tra Giarre e Acireale esisteva già allora in fatto di scuole. Come riporta il libro, «Sul settimanale acese “La Trincea” del dicembre 1911, ad una rimostranza degli Acesi, venne chiarito che loro non avrebbero potuto avanzare alcuna recriminazione sull’apertura a Giarre di quel corso in quanto “la legge è chiara e tassativa. Il corso biennale magistrale, possono averlo solo i ginnasi isolati, come il nostro”, a Giarre non esisteva il Liceo come ad Acireale».
Una significativa presenza di istituzioni scolastiche e di uomini di cultura, ma anche tante credenze popolari e superstizioni, note di certo ai più anziani, che è bene che anche i giovani conoscano e che l’autore passa in rassegna nella parte finale del libro.
Insomma, Cavallaro ci ricorda un passato di cui forse adesso Giarre non è più all’altezza e che deve spronare la crescita culturale della città.
Il libro può essere scaricato da questo link https://independent.academia.edu/MarioCCavallaro