La Valle dell’Alcantara perde un pezzo della sua cultura popolare. Nelle scorse ore, stroncato da un male incurabile, ha infatti abbandonato l’esistenza terrena all’età di sessant’anni Rosario Torrisi, poeta estemporaneo del Comune di Gaggi il quale traeva ispirazione da ogni accadimento della vita per comporre versi accattivanti, significativi e spesso di alto lirismo, alcuni dei quali confluiti nella raccolta “Primu Ciuri”, edita nel 1982, e tanti altri ancora pubblicati da importanti testate giornalistiche e letterarie che apprezzavano il suo stile espressivo.
Al poeta Torrisi sono stati anche tributati vari riconoscimenti tra cui, una decina di anni fa, il Premio “Città di Taormina” per i versi di “Lu munnu di me sonni”, un’intensa composizione con cui l’autore gaggese esprimeva la propria aspirazione ad un mondo ideale, privo di problemi ed ingiustizie.
Rosario era “figlio d’arte” del più noto poeta dialettale Leonardo Torrisi (i cui migliori versi si trovano raccolti nella silloge “Sfogu di cori”), al quale il Comune di Fiumefreddo di Sicilia, di cui era originario, intitolò negli anni scorsi un quartiere della cittadina etnea.
E così come il padre, anche Rosario Torrisi era un “poeta contadino”, ossia un operatore dell’agricoltura che, nel tempo libero, amava inventare e declamare dei versi “in libertà”, per poi fissare su carta quelli di maggior pregio.
A Rosario Torrisi noi del “Gazzettino” dedicammo, in occasione di un riconoscimento da lui ricevuto, un servizio-intervista nel 2007, quando il nostro giornale veniva pubblicato in edizione cartacea. Gli chiedemmo, tra l’altro, quali fossero le fonti ispiratrici della sua poetica, dialettale e non, e lui ci rispose che ad ispirarlo poteva essere qualsiasi cosa. «Ma una volta arrivata l’ispirazione – aggiunse – è come se cominciassi a lavorare ad un dipinto: parto da un bozzetto che vado via via perfezionando. Mio padre Leonardo, invece, era più istintivo ed estemporaneo in quanto creava le sue poesie di getto. Io so improvvisare, ma se devo creare quella che si dice “un’opera d’arte” tiro fuori l’arma del perfezionismo. Ritengo, comunque, di dare il meglio di me stesso con la poesia d’amore, che è quella che ti consente maggiori libertà nell’espressione dei sentimenti e delle sensazioni; se, invece, tratti di un fatto, di un luogo, di un personaggio o di un fenomeno sociale non puoi discostarti molto dai dati della realtà».
Comunque sia, Rosario Torrisi era un poeta “nato”: chi ha avuto la fortuna di essergli amico godeva della sua arte non solo leggendo le sue poesie pubblicate, ma anche ricevendo i suoi simpaticissimi “sms” telefonici in rima in occasione di festività e ricorrenze varie.
E pur essendo un artista autodidatta e di estrazione popolare, era animato da una spiccata curiosità intellettuale che lo portava ad interessarsi di letteratura classica e contemporanea, cinema e canzone d’autore, argomenti questi di cui amava discutere con notevole perizia ed in maniera “appassionata”.
Negli ultimi anni Torrisi si era pure accostato alla recitazione attraverso una compagnia teatrale etnea in cui militava, con eccellenti risultati, nelle vesti di attore.
Con la scomparsa di Rosario Torrisi, Gaggi e la Valle dell’Alcantara perdono un po’ di “poesia”, ma i versi di questo indimenticabile artista “contadino” faranno sicuramente sopravvivere il loro autore nella memoria e nell’anima delle tantissime persone che lo hanno conosciuto e stimato, magari incontrandolo la sera al bar o avvalendosi del suo apprezzatissimo lavoro nella coltivazione dei campi.
In questo momento di sconforto, la Redazione del “Gazzettino Online” è vicina alla moglie Antonella, al figlio Leonardo ed ai familiari tutti di Rosario Torrisi, le cui esequie verranno celebrate quest’oggi, lunedì 27 maggio, alle ore 16.30 a Gaggi nella chiesa di San Giuseppe Operaio.
Rodolfo Amodeo