Anche il Santo Padre Papa Francesco, secondo la propria opinione personale, definisce “il calcio come il gioco più bello del mondo” in occasione del recente incontro nella Città del Vaticano con i giovani sportivi, ma lanciando pure un severo monito verso fenomeni che ne macchiano la bellezza, come genitori che spesso si trasformano in tifosi ultras, oppure in manager o addirittura allenatori, ed esortando invece per la ricerca di quei valori che generano amicizia e solidarietà.
A Catania, per il “Maggio dei libri” l’aula “Concetto Marchese” del Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele è stata l’occasione per ripresentare il libro del giornalista Salvo Pappalardo “I giovani e il calcio” recentemente dato alle stampe dopo una lunga raccolta di dati e di notizie anche lontane nel tempo.
Davanti ad un folto uditorio sono intervenuti il segretario dell’Assostampa etnea, Daniele Lo Porto il quale si è lungamente soffermato sui propri trascorsi di giovanissimo calciatore del P.G.S. Sales proprio negli anni ’70, toccati proprio dal libro di Pappalardo quando parla dei salesiani dell’Istituto San Francesco di Sales di viale Mario Rapisardi, quasi all’angolo con via Lavaggi, con il campo in mattonelle di cemento come tutti gli oratori dei Figli di Don Bosco.
E’ intervenuto anche il critico letterario Giovanni Miraglia il quale ha voluto far evidenziare all’uditorio quella parte del libro dove l’autore parla dei propri genitori che danno al figlio ottimi consigli di vita ed una prospettiva morale per gli anni successivi.
Ha preso subito dopo la parola l’allenatore Salvo D’Arrigo che ha posto in evidenza i grandi e molteplici cambiamenti sociali e culturali degli anni ’60 rispetto a quelli odierni. “Il libro di Salvo Pappalardo – ha concluso D’Arrigo – è dedicato e rivolto ai giovani calciatori di oggi, che, purtroppo, non sono abituati a leggere per una conoscenza della vita, ampia ed approfondita”.
Domenico Pirracchio