Da qualche tempo il Comune di Graniti si mostra sensibile alla riabilitazione di soggetti macchiatisi di reati di non grave entità consentendo loro di “saldare” il debito con la giustizia svolgendo lavori di pubblica utilità in favore della comunità locale.
Sino ad oggi sono tre le unità lavorative che stanno definendo le rispettive vicende processuali prestando servizio presso la municipalità dell’Alcantara anziché scontare la pena tra le mura di un carcere o agli arresti domiciliari. Ma il loro numero è destinato ad aumentare in quanto, qualche giorno fa, il sindaco di Graniti, Paolino Lo Giudice, si è recato presso il Tribunale di Messina per stipulare un’apposita convenzione al riguardo, nella quale si prevede che, nell’arco dei prossimi cinque anni, il Ministero della Giustizia, tramite il proprio ufficio territoriale peloritano, potrà assegnare all’ente locale granitese dei soggetti che avranno riportato condanne giudiziarie, espiabili in maniera alternativa svolgendo lavori di pubblica utilità, così come consentito, ormai da diversi anni, dalle normative nazionali.
Le attività in questione non possono ovviamente essere retribuite e, sulla base di quanto disposto dai decreti ministeriali del 26 marzo 2001 e dell’8 giugno 2016, devono prevalentemente riguardare gli ambiti dell’assistenza sociale (in particolare nei confronti di persone tossicodipendenti ed alcoldipendenti), della protezione civile, della tutela ambientale, del verde pubblico nonché i settori rientranti nelle competenze professionali maturate dal condannato.
Ogni progetto lavorativo dovrà in ogni caso essere concordato dal Comune e dal soggetto interessato insieme all’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) del Tribunale di Messina.
La durata dell’attività da svolgere è commisurata al periodo rimanente di detenzione ed all’ammontare della relativa pena pecuniaria.
Per il primo cittadino granitese Paolino Lo Giudice «la convenzione che ho sottoscritto per conto del Comune che ho l’onore di rappresentare e che reca anche la firma del dottor Mario Samperi, vicepresidente del Tribunale Ordinario di Messina, la considero un significativo atto di civiltà perché consente di dare una doverosa possibilità di riscatto a coloro i quali nella loro vita hanno commesso qualche sbaglio, magari di poco conto. Non sempre, infatti, la detenzione riesce a “rieducare” il condannato (così come vorrebbe l’art. 27 della nostra Costituzione Italiana), mentre il dargli la possibilità di rendersi socialmente utile è una forma alternativa di riabilitazione probabilmente più efficace, così come del resto sostenuto da autorevoli esperti della materia».
Rodolfo Amodeo
FOTO: il sindaco di Graniti Paolino Lo Giudice (al centro) mentre firma la convenzione al Tribunale di Messina