La valle dell’Alcantara ancora oggi ha tanto da essere ancora scoperto e valorizzato. E’ quanto emerso domenica 23 giugno nel pomeriggio a Motta Camastra, a margine di un incontro, organizzato dall’Istituto per la Cultura siciliana, nel saloncino della Scuola Media Giovanni Verga, per ricordare, a distanza di trecento anni, un cruento scontro tra le potenze dell’epoca, la Spagna da una parte,e l’Impero d’Austria-Ungheria con i suoi alleati dall’altra, con teatro operativo proprio il possesso della Sicilia, terra di scambio per la propria ricchezza posseduta e, trovandosi al centro del Mediterraneo, punto di incontro dei commerci con i suoi porti dislocati lungo le coste.
Dopo i saluti del sindaco, Carmelo Blancato, sono intervenuti Gaetano Consalvo, della sede locale dell’Antico Frantoio, Giuseppe Parasiliti, autore de “Viaggio nella Valle dell’Alcantara”, e Salvatore Maugeri, autore assieme a Giuseppe Ferrara de “La battaglia di Francavilla nel contesto dell’Europa del ‘700”, con moderatore Luigi Asero, presidente dell’Istituto per la Cultura siciliana, mentre erano in mostra nella saletta adiacente armi di quell’epoca, facenti parte della collezione Ori-Saitta, gentilmente concesse.
Anche la stessa divisione dei popoli trovati dai greci al loro arrivo in Sicilia per aprire soprattutto approdi commerciali, Sicani, Elimi e Siculi, sarebbe falsa in quanto oggetto di immigrazioni successive della medesima popolazione proveniente sempre dall’Italia, e sicuramente primi abitatori di questi territori già prima degli stessi greci.
Il termine “Trinacria” nella lingua originale dei siculi sta a significare “giardino”, proprio a significare come appariva loro questa terra al loro arrivo, mentre il vulcano “Etna” non è altro che “montagna scintillante”.
L’incontro è stato completato con l’esecuzione di musiche del settecento, scritte ed arrangiate da Francesco Gianino, ed eseguite dal gruppo “Brukner on the Beach”, mentre sulla piazza “Le mamme del Borgo” allestivano i tavoli con le pietanze preparate a casa offrendo a tutti la possibilità di assaggiare “la tipica cucina casalinga diffusa”, caratteristica di questo borgo appollaiato su uno sperone roccioso, occupato all’epoca dello scontro tra spagnoli ed austriaci, da un caposaldo austriaco e dove è sepolto, all’interno della Chiesa Madre, un comandante, mortalmente ferito in battaglia, Ferdinandus Carolus della famiglia Wolqk Enstein e Tposbupc.
Domenico Pirracchio