Nell’estate del 2017 l’area amministrativa dell’Ente comunale, attraverso una nota ufficiale, aveva comunicato l’avvio di verifiche contabili retroattive sugli importi liquidati ai consiglieri comunali. Al centro dell’attenzione il delicato tema dei rimborsi, gettoni e indennità di funzione sulla scia di un provvedimento che pochi mesi prima, con l’amministrazione Bonaccorsi, aveva colpito l’ex presidente del Consiglio comunale Raffaele Musumeci, finito al centro di una complessa vicenda politica giudiziaria relativa all’indebito indennizzo – circa 45 mila euro – dovuto agli amministratori comunali, durante il quinquennio 2008-2013.
La somma è stata poi restituita da Raffaele Musumeci, evitando la decadenza da consigliere comunale. L’ex presidente del Consiglio, nel marzo scorso, al termine di un processo penale protrattosi per circa tre anni, è stato assolto dall’accusa di truffa aggravata nei confronti del Comune di Giarre, “perchè il fatto non sussiste”.
E Musumeci torna all’attacco con una sortita destinata a lasciare il segno. E’ di ieri una sua lettera protocollata indirizzata al sindaco e al Collegio dei revisori con la quale, in tema di gettoni, rileva che “l’ufficio competente del Comune è certamente incorso in ulteriori irregolarità oltre a quella che mi ha riguardato e che ho sanato, in quanto ha proceduto alla liquidazione ed al pagamento del gettone di presenza per la partecipazione delle sedute delle commissioni consiliari anche a favore dei capigruppo e ai delegati in sostituzione dei capigruppo, per la partecipazione alle sedute delle commissioni consiliari di cui non sono componenti.
E’ di tutta evidenza che tale erogazione si pone in aperto contrasto con le disposizioni della legge regionale 30 del 2000. Illegittima inoltre deve considerarsi l’erogazione del gettone nei confronti dei consiglieri comunali componenti delle commissioni in caso di sedute deserte andate a vuoto in mancanza del numero legale e non presenti alla convocazione successiva ed alla seduta”.
E Musumeci nella nota lancia una provocazione autodenunciandosi: “mi dichiaro sin d’ora disponibile alla restituzione di quanto da me percepito indebitamente quale gettone di presenza per la partecipazione alle commissioni consiliari nella qualità di capogruppo per il periodo dall’agosto 2013 al marzo 2016. Poiché mi consta che tale illegittima corresponsione si è protratta sino al mese di maggio 2019 invito l’Ente a non perseverare in tale illegittimo comportamento, provvedendo all’attivazione della procedura per il recupero di quanto irregolarmente erogato”.