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Giarre, nuovo attacco frontale di Raffaele Musumeci: “Sopprimere l’Archivio Notarile”

Giarre, nuovo attacco frontale di Raffaele Musumeci: “Sopprimere l’Archivio Notarile”

L’ex presidente del consiglio comunale Raffaele Musumeci che ha innescato la bomba sulla presunta gettonopoli del  Consiglio comunale di nuovo all’attacco con una nota trasmessa alla Corte dei conti nella quale si denuncia la mancata approvazione, a distanza di svariati mesi, del bilancio stabilmente riequilibrato, adempimento obbligatorio per quei Comuni come Giarre, in dissesto.

“Con deliberazione  n.52 dell’11.07. 2018  il Consiglio comunale del comune di Giarre – scrive Musumeci – ha approvato la dichiarazione di dissesto dell’ente, ai sensi e per gli effetti degli art. 246 e segg. del T.U.267/2000. Con D.P.R. del 20.08.2018 è stato nominato l’Organismo straordinario di liquidazione il quale si è insediato in data 12.09.2018.

L’art. 259 del Testo unico – rammenta l’ex presidente del consiglio –  prevede che il Consiglio dell’Ente deve provvedere entro il termine di mesi tre dal decreto di nomina dell’OSL ad approvare l’ipotesi di bilancio riequilibrato da sottoporre al vaglio dei superiori organi.

Tale termine viene dal legislatore definito perentorio  e l’inosservanza del termine dei tre mesi integra l’ipotesi di cui all’art.141 c.1 lett.a. del citato T.U.

Alla data odierna e cioè a distanza di ben undici mesi  dal decreto di nomina dell’OSL, Il Consiglio com.le di Giarre non ha  ancora approvato alcuna ipotesi di bilancio riequilibrato e pertanto risulta oltremodo inadempiente. E’ noto  che l’ipotesi di bilancio riequilibrato deve essere formulata tenendo presenti i valori di buona amministrazione  al fine di assicurare una gestione finanziaria sana e nel rispetto di due fondamentali principi e cioè l’attivazione di entrate proprie e la riduzione delle spese correnti.

A tale ultimo fine la normativa – scrive Musumeci- prevede che gli organi istituzionali dell’Ente devono mettere in campo tutte le misure per ridurre le spese correnti e contenerle nell’alveo delle spese previste da disposizioni di  legge e per assicurare alla comunità i servizi  pubblici prioritari ed indispensabili.

Da recenti notizie di stampa ho appreso che la struttura di Piazza Mazzini che in passato ha ospitato l’Acquario Mediterraneo di proprietà dell’ex Provincia Regionale di Catania (oggi Città Metropolitana) e da anni non più operativa, è stata affidata in comodato d’uso all’amministrazione comunale di Giarre la quale avrebbe intenzione di destinare tale struttura come “incubatore d’impresa” nel quadro di un protocollo d’intesa con l’Università di Catania.

Personalmente ritengo invece, nell’ottica di realizzare vantaggiose economie per l’Ente, che la suddetta ampia struttura potrebbe ben essere utilizzata quale sede dellaSezione circoscrizionale per l’Impiego in atto ubicata in Via Veneto 69 in locali da molto tempo assunti in locazione dal Comune  ed il cui canone annuo a carico dei Comuni obbligati ammonta a  ben E.  32.020,27.

In alternativa od in subordine – suggerisce Raffaele Musumeci – l’Ente potrebbe utilizzare parte della suddetta struttura quale sede dell’Archivio Notarile Mandamentale, (qualora  non si intenda procedere alla soppressione del servizio),  in atto ospitato nei locali in affitto di Via Teatro 51/57 ed il cui canone annuo a carico dei comuni obbligati ammonta a E.9.400,00  anche perchè l’auspicato trasferimento di detti locali negli ampi spazi della struttura di Corso Europa sede dell’ex Tribunale  da tempo non utilizzata, non si sa per quale ragione, non si è realizzato.

A tale ultimo proposito non posso non evidenziare che ben tre Comuni appartenenti al Mandamento Notarile e cioè i Comuni di Riposto, Mascali e S. Alfio hanno già manifestato, con apposite deliberazioni consiliari, la volontà di richiedere la soppressione dell’Archivio Notarile Mandamentale a causa dell’evidente affievolimento del fine istituzionale ispiratore e stante che di detto servizio annualmente ne usufruiscono pochissimi utenti le cui esigenze possono essere ben soddisfatte dalla sede Distrettuale di Catania.

La suddetta richiesta di soppressione dell’Archivio – rimarca Musumeci –   è  altresì giustificata a causa del- l’enorme divario tra le spese da sostenere per il mantenimento del servizio  (per il 2017 circa 27.000 euro l’anno e di questi circa 12.0000 euro  sono rappresentate dal compenso per il dirigente archivista oltre ad E. 5.000 per oneri riflessi previdenziali)  e gli introiti per diritti di segreteria (per il 2017 circa 500 euro pari a c.a. 2,50% della spesa complessiva).

Non ritengo superfluo, infine, rappresentare  che in applicazione dell’art 267 bis c.8 lett.f del T.U.267/2000  l’Ente deve obbligatoriamente procedere alla revisione della spesa in senso riduttivo nonché dei costi di tutti i servizi assicurati alla collettività e comunque a carico del bilancio comunale e della situazione di tutti gli organismi e delle società partecipate.

Per tali evidenti motivazioni e tenuto conto della disastrosa situazione economica in cui versa l’Ente,  reputo ragionevole suggerire  di  provvedere al più presto ed in sintonia con i Comuni di Riposto, Mascali e S.Alfio, ad approvare la richiesta di soppressione del suddetto Archivio Mandamentale nel presupposto che ogni eventuale provvedimento teso alla riduzione delle spese non indispensabili costituisce atto dovuto”. 

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