Castiglione di Sicilia: «Un’intera popolazione agli “arresti domiciliari” da venti giorni»
La sarcastica “battuta” è di Ercole Quattrocchi, portavoce del malumore dei suoi concittadini per la sospensione dei collegamenti in pullman con i Comuni del limitrofo versante messinese della Valle dell’Alcantara. Intanto continuano a “fioccare” le denunce del sindacato USB-TPL, che evoca addirittura scenari da… tragedia del Giglio
La soluzione di innalzare a tre metri e trenta centimetri il limite massimo di altezza dei mezzi in transito lungo la strada provinciale di collegamento tra Francavilla e Castiglione di Sicilia non convince affatto il sindacato dei lavoratori del trasporto pubblico locale USB-TPL. Quest’ultimo, all’inizio dello scorso luglio, aveva presentato una denuncia per invocare l’osservanza del divieto di transito per gli automezzi di altezza superiore ai due metri e quarantacinque centimetri, a suo tempo posto per la presenza, nelle immediate adiacenze del centro abitato francavillese, di un ponticello ferroviario che si sopraeleva sulla suddetta arteria provinciale.
Così, ormai da circa venti giorni, l’unica società concessionaria che in zona effettua servizi di autolinee non manda più i propri pullman a Castiglione, isolando di fatto il Comune etneo dal contiguo versante messinese della Valle dell’Alcantara, ossia da centri quali Francavilla, Gaggi e Giardini Naxos.
Per tentare di ovviare al problema, nel tratto di strada in questione si è recentemente tenuto un sopralluogo al termine del quale i tecnici della Città Metropolitana di Messina, dell’azienda concessionaria e delle Amministrazioni Comunali di Francavilla e Castiglione avrebbero ipotizzato di “aggirare l’ostacolo” sostituendo la segnaletica esistente (ossia il divieto per gli automezzi di altezza superiore ai due metri e quarantacinque centimetri) con una più “generosa” che consenta il transito anche a mezzi di altezza maggiore. Ma tale soluzione non va affatto a genio al sindacato USB-TPL, che ha già presentato al riguardo una denuncia ad integrazione di quelle precedenti.
Come spiega Ugo Sergio Crisafulli (nella foto accanto), responsabile dell’organizzazione a tutela dei lavoratori del trasporto pubblico locale, «tramite la Stazione dei Carabinieri di Francavilla di Sicilia ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica, al Dipartimento Infrastrutture e Trasporti della Regione Siciliana, al Prefetto ed al Comando di Polizia Metropolitana di Messina. Dopo l’esposto iniziale dei primi di luglio abbiamo presentato una seconda denuncia in quanto, sospendendo i collegamenti con Castiglione di Sicilia, la società concessionaria si è macchiata del reato di interruzione di pubblico servizio, anche perché nell’area territoriale in questione essa opera in regime di monopolio. Sulla base dell’articolo 5 del contratto stipulato nel 2007 con la Regione Siciliana, l’interruzione è ammessa infatti solo nei casi di sciopero o di forza maggiore. Nel caso di specie, invece, siamo in presenza di un segnale stradale che esisteva già ai tempi della stipula del contratto tra la Regione Siciliana e la società concessionaria, la quale, dunque, avrebbe dovuto utilizzare in tale tratta autobus di altezza compatibile, di cui peraltro ci risulta essere in possesso. Ci sembra altresì puerile asserire che questi mezzi transitano su dette strade da tempo immemorabile, in quanto dovrebbe servire da monito la tragedia dell’lsola del Giglio: anche in quel caso, infatti, le grandi navi da crociera transitavano in quel tratto di mare vietato da lungo tempo, finché trentadue persone non hanno perso la vita. Sta di fatto che in tutta questa vicenda la nostra organizzazione sindacale viene vista come il “cattivo” di turno, mentre in realtà siamo stati i primi, lo scorso 22 luglio, a presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio, proprio perché ci stanno a cuore sia il diritto alla mobilità degli abitanti dei vari Comuni della Valle dell’Alcantara e sia le legittime aspirazioni di sviluppo turistico di tale territorio. Adesso, al cospetto di questa intenzione di cambiare la segnaletica stradale per consentire il transito ai mezzi di altezza superiore, ci siamo visti costretti a presentare un’ulteriore integrazione di denuncia perché siamo in presenza di un tentativo bello e buono di elusione del Codice della Strada. A parte il fatto che sostituire quel divieto con uno più “tollerante” non è affatto un modo per mettersi la “coscienza a posto” in quanto l’arteria in questione, ai sensi dell’art. 5 del DPR 753/80, presenta anche problemi di larghezza della carreggiata».
Il “famigerato” ponte ferroviario ricadente sulla strada provinciale che collega Castiglione di Sicilia ai Comuni del Messinese
Intanto, a farsi ancora una volta portavoce dell’indignazione dei cittadini di Castiglione di Sicilia per l’interruzione dei collegamenti con i paesi del versante messinese dell’Alcantara è Ercole Quattrocchi, presidente dell’associazione “SOS Legalità” nonché di un comitato civico, promotori nei giorni scorsi di una petizione di protesta contro la situazione venutasi a creare e di una denuncia per interruzione di pubblico servizio, aggiuntasi a quella presentata dal sindacato USB-TPL.
«Da venti giorni – afferma sarcasticamente Quattrocchi – i castiglionesi siamo… agli arresti domiciliari, senza possibilità di appello! E dire che il nostro Comune si fregia del titolo di “Uno dei Borghi più Belli d’Italia”… Non ci sono parole, ma solo sconforto e delusione».