Sotto l’ombrellone trapanato dai raggi del sole hai tutto il tempo di riflettere pensando alle sorti della tua città che ami e odi con la stessa intensità. Che difendi talvolta pur consapevole delle molteplici criticità. Sdraiato ripassi con i pensieri le imprese di questa amministrazione e ti rendi conto che mai come in questi ultimi anni ci siano ritrovati amministrati da un manipolo di soggetti inadeguati. Colpa di 8 mila giarresi che hanno scelto il trenino.
Il male minore rispetto agli assembramenti di via Callipoli che tanto hanno penalizzato l’altra candidata. Certamente più effervescente ma legata mani e piedi con il passato. Il cuore oltre l’ostacolo? Non proprio. Peccato. Così è iniziata l’era D’Anna con l’agguerrita cugina di cui si sono perse le tracce – strada facendo – e che delusa dal Maestro ha liquefatto quel movimento di seguaci, del quale sono rimasti pochi discepoli. Ancora convinti che tutto va bene. Alla stregua dei terrapiattisti.
Il sole continua a picchiare e mentre sudi per il caldo torrido ripensi all’entusiasmo di quella setta che, sandali ai piedi, una volta a palazzo, ha demolito ciò he rimaneva della città. Ripercorri con la mente e ti accorgi che non è stato solo un problema politico. Qui ci siamo ritrovarti di fronte ad un gruppo di “analfabeti” della gestione pubblica. Perché mai era accaduto di assistere ad errori grossolani che neppure Paperissima avrebbe pensato di trasmettere se mai avesse avuto le immagini.
Gli ultimi episodi hanno del paradossale. Già paradossi. Di quelli che scuotono i buoni sentimenti. E verrebbe solo da ridere se non fosse che parliamo di una città irriconoscibile che ci ostiniamo ad amare.
Si scopre ad esempio che la rotatoria di via Luminaria all’ingresso sud della città è al buio da giorni perché il Comune non ha pagato la bolletta e che i Revisori hanno scoperto che sempre il Comune continua a non rispettare gli adempimenti fiscali, provocando un danno erariale senza precedenti. In un Comune già dissestato.
E come non citare, poi, il caso di villa Garibaldi i cui lavori sono stati bloccati dalla Soprintendenza di Catania in assenza di un architetto che avrebbe dovuto guidare il cantiere. E che l’ordine degli Architetti ha dovuto ricordare al sindaco che, al netto degli altisonanti comunicati stampa, le norme si rispettano. Risultato tangibile: cantiere fermo.
Ti asciughi il sudore, ti rigiri nervoso sulla sdraio e ripensi al presunto caso della gettonopoli in Consiglio, alle innumerevoli quanto inutili e costose commissioni convocate al solo scopo di vedersi in faccia, abbracciarsi, dirsi ciao, e segnarsi la presenza. Rimurgini e continui a sudare pensando all’inutilità dei Consigli comunali che ornai nessuno più segue. Persino il buon Cavallaro del M5S ha rinunciato a trasmettere sul web le immagini di quello squallido teatrino. E di questa scelta gli siamo profondamente grati. Sempre meglio delle edulcorazioni cui ci siamo abituati a rileggere sui social, sulle pagine incensate del sindaco e di qualche suo seguace.
Il sole d’agosto picchia e rischi davvero di abbrustolirti. Ti rigiri sul lettino e pensi che forse è meglio tuffarsi. E chissà che il refrigerante mare non ti faccia capire che, in fondo, è meglio pensare ad altro. Evitando di rovinarsi l’estate.