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Juventus: Damiano, tifoso “speciale”, analizza la stagione 2018/19 della sua squadra del cuore

Juventus: Damiano, tifoso “speciale”, analizza la stagione 2018/19 della sua squadra del cuore

L’Ottava meraviglia del mondo siamo noi! L’italia è ancora una volta bianconera. Siamo i ‘’Campioni d’Italia’’ per la 37esima volta in carriera, a 5 giornate dalla fine avevamo già 20 punti di vantaggio e matematicamente lo scudetto in bacheca.

Il campionato poi finisce con 90 punti, 11 in più dalla seconda. 28 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte. Segnando 70 gol, subendone sole 30 (miglior difesa del campionato).

Sono di nuovo a scrivere appassionatamente le imprese della mia Juve, stiamo facendo cose straordinarie e quest’anno siamo partiti subito forti e si può benissimo dire che non abbiamo avuto molte difficoltà, dominando il campionato dall’inizio alla fine.
La Juventus al termine di questa stagione (2018/19) ha fatto segnare un record storico, oltre che in Italia anche nei 5 massimi campionati Europei, difatti è l’unica squadra a vincere 8 campionati di fila.

Come dice il mister Max Allegri: “Se raggiungi gli obiettivi non puoi essere criticato”. Il tecnico, dopo la vittoria dello Scudetto con la Juventus: “Le polemiche fanno parte del gioco. Ma non vinci se sei un cretino, Sono molto contento, è un traguardo importante. L’ottavo scudetto vinto con cinque giornate di anticipo fa capire l’importanza di quanto fatto. In questa stagione, visto anche il calendario, dovevamo schiacciare sull’acceleratore per forza. La partita decisiva? Quella di Bologna e poi a Napoli».

Secondo me, gli scudetti bisogna festeggiarli a prescindere se è l’ottavo di fila o il primo in carriera, perché vincere non è né facile e né scontato, bisogna godersi quello che si vince sul campo.

A inizio stagione ha fatto approdo nella rosa della Juve oltre a Cancelo, Emre Can, e il ritorno di Bonucci, anche il Re, vincitore di 5 palloni d’oro, Cristiano Ronaldo, sceglie la Juve. Uno degli uomini più importanti e che ha sicuramente aiutato molto la squadra con i suoi gol e le sue magie.

Quando iniziavano a circolare delle voci sul suo approdo in bianconero, io non ci credevo, fino a quando non è atterrato a Torino. Per me è stata una grandissima notizia che non mi sarei mai aspettato. Le parole di Ronaldo il giorno della sua presentazione sono state le seguenti: «La Juventus per me è una della più grandi squadre del mondo, è stata una decisione che ho preso da tempo e ringrazio il club per questa opportunità. Questo è un passo molto importante per la mia carriera, è il più grande club italiano, io sono qui per trionfare con la Juventus, voglio portare la squadra ad un livello ancora più alto».

Cristiano è un grande uomo dentro e fuori dal campo nonché un esempio per tutti i tifosi e giovani delle scuole calcio, credo che in molti debbano prendere esempio da lui per la sua costanza, dedizione e sacrifici agli allenamenti ogni giorno diventando quello che è.

Ronaldo si è innamorato della Juve dopo aver ricevuto la  stending ovation l’anno scorso dopo la spettacolare rovesciata fatta in casa nostra,  l’Allianz Stadium, come solo lui può meritarsi. Spero un giorno di incontrarlo come lo spero per tutta la squadra.

Il 16 gennaio vinciamo la supercoppa italiana, contro il Milan, imponendoci per 1-0 con il gol di Ronaldo. In Champions league abbiamo passato il girone in prima posizione staccati di 2 punti dalla seconda, con 4 vittorie e due sole sconfitte.

Così ci qualifichiamo agli ottavi, pescando una delle squadre più difficili da battere: l’Atletico Madrid. Al Wanda Metropolitano perdiamo 2-0, entrambi i gol subiti in cinque minuti nella ripresa. Dopo un primo tempo abbastanza equilibrato, scendiamo in campo per il secondo tempo con meno aggressività. Abbiamo fatto un brutto secondo tempo e abbiamo commesso l’errore di andare dietro a loro non riuscendo a fare neanche un tiro in porta, mentre loro sono rimasti dentro la partita anche se non c’erano grandi sobbalzi. Comunque, noi abbiamo sbagliato il secondo tempo.

Dopo questo risultato tutti pensavano che al ritorno non sarebbe stato possibile ribaltare quel maledetto 2-0. Nel ritorno all’Allianz Stadium, Cristiano Ronaldo con una tripletta trascina la Juve a una rimonta pazzesca: 3-0 all’Atletico. La Juve parte da subito in modo aggressivo segnando un gol con il capitano Chiellini, poi annullato per contatto tra Ronaldo e il portiere avversario.Gol che invece a rriva al 27’ con un cross dalla sinistra di Bernardeschi e un’incornata vincente del fuoriclasse portoghese che segna l’1-0.

Il secondo gol arriva nella ripresa, al 4’ minuto con un cross dalla destra di Cancelo e ancora una volta la prende di testa Cristiano, la palla sembra non entrare per un miracolo del portiere dell’Atletico, ma la tecnologia segnala che la palla sia entrata, è quindi 2-0… rimonta quasi completata. Al 41’ dopo un’azione tutta in velocità di uno dei migliori in campo: ‘’Bernardeschi’’ che arriva in area e viene steso dall’avversario l’arbitro assegna calcio di rigore. Ronaldo è sulla palla, il var fa passare tempo e siamo al 90’, la tensione è alle stelle, ma non per il Cristiano che spiazza il portiere e fa 3-0. Rimonta completata, la vecchia signora grazie ai goal del suo marziano e anche grazie al gioco di squadra è ai quarti di finale.

Nel sorteggio, becchiamo i giovani dell’Ajax che ha già eliminato il Real Madrid. L’andata in Olanda finisce 1-1 con il gol del solito Ronaldo al 45’ del primo tempo, ma con un Ajax che non si arrende e trova il pareggio all’inizio della ripresa. Una partita combattuta che lascia aperto il ritorno. Allo stadium la Juve parte forte e al 28’ segna con il solito Ronaldo ma l’Ajax non si fa intimorire e dopo soli 5 minuti pareggia. La partita nella ripresa sembra dalla parte dell’Ajax, che sembra fisicamente di averne di più, la Juve non è più la stessa del primo tempo, facendosi aggredire fino a subire il gol del 1-2 al 66’. Nel finale la Juve da qualche segnale di ripresa ma i sogni di noi Juventini crollano, quando l’arbitro fischia la fine della partita. Il sogno anche quest’anno è svanito, ma non dobbiamo abbatterci, purtroppo se non sei in forma e fortunato in champions soprattutto nella fase a eliminazione diretta non è tutto facile e scontato, anche con una squadra con poca esperienza europea come l’Ajax.

In Champions siamo arrivati nel momento decisivo non nelle migliori condizioni con molti componenti importanti della squadra infortunati. Non è che vincere la Champions sia così scontato solo perché hai il più forte giocatore al mondo, e non è facile come schioccare le dita. Sicuramente ci riproveremo il prossimo anno sperando di vincerla.

Il presidente Andrea Agnelli al termine della partita ha dichiarato: «È stata una bella partita, l’Ajax ha meritato ampiamente di passare il turno e si è visto sul campo». Riconoscendo i meriti degli avversari, ma anche ricordando, con giustificato orgoglio, che, nonostante l’amarezza per l’eliminazione, la Juventus è ormai una consolidata realtà del panorama europeo: «arriviamo da cinque o sei anni nei quarti di Champions League e siamo orgogliosi di portare avanti questo percorso e che qualche anno fa eravamo 43° nel ranking europeo, mentre oggi siamo quinti e questo è il segno di una progettualità che continua. A inizio stagione la Champions era un obiettivo e lo sarà anche l’anno prossimo. La Juventus continua a crescere in campo e fuori dal campo, la scorsa estate abbiamo rinnovato la leadership della società, c’è grande fiducia nel lavoro di Marco Re, di Giorgio Ricci e di Fabio Paratici. La Champions è una competizione in cui mezz’ora fatta bene o meno determina il passaggio del turno. L’Ajax quest’anno ha messo in serissima difficoltà Real, Bayern e Juventus, la prima, la terza e la quinta del ranking europeo».

In pole position anche la squadra femminile bianconera al suo secondo anno di fondazione, porta a casa il suo secondo scudetto. In 22 partite giocate è riuscita a vincere 18 partite, perdendone solo 2 e pareggiando 2 match, complimenti anche per aver vinto la prima coppa Italia.

Quest’anno è esploso il giovanissimo gioiello 2000 Moise Kean. Ha esordito nella prima squadra il 16 novembre della stagione 2016/17 contro il Pescara, subentrando dalla panchina e diventando il primo calciatore del nuovo millennio a esordire in serie A, il 27 maggio 2017 trova spazio per realizzare anche la sua prima rete, a 17 anni contro il Bologna, diviene così il primo della sua annata ad andare a segno in uno dei massimi campionati europei. In questo campionato ha vinto il suo primo scudetto.

Nella stagione 2017/18 è stato mandato in prestito alla neopromossa Hellas Verona. Dopo un’annata torna in bianconero nella stagione 2018/19, per continuare a crescere. A gennaio Allegri decide di tenerlo perché alla Juve insieme ai campioni può crescere meglio. In questa stagione ha fatto 6 gol in 11 presenze di serie A, secondo me questo giocatore crescerà sempre di più e diventerà un grande campione.

A ottobre 2018 abbiamo dovuto salutare un grande dirigente sportivo Beppe Marotta. Lo ringraziamo per il lavoro svolto per la società fino a ora. Il 17 agosto 2018 ci troviamo a salutare un altro perno della nostra squadra, Claudio Marchisio. Il Principino è arrivato alla Juve quando aveva 7 anni, oggi ne ha 32. Fanno 25 anni di Juventus, un traguardo impensabile nel calcio di oggi.

Il numero 8 bianconero afferma: “L’avventura era al capolinea, ma il mercato stava chiudendo e pensavo che sarei rimasto. La società ha deciso di rescindere, per me non è stato facile, però avevo voglia di cambiare. Con Allegri Non ho mai litigato, però dopo l’infortunio aveva altre priorità e non mi vedeva più come prima. Io gli chiesi fiducia e continuità, ma lui ha fatto altre scelte, d’altronde l’8 non è altro che un infinito che ha alzato lo sguardo”. Con la Juve ha vinto 1 campionato serie B, 7 serie A consecutive, 4 coppe Italia e 3 supercoppe italiane. Lo ringraziamo per tutto quello che ha fatto e che ci ha fatto vincere, mi dispiace molto salutare un campione come lui, gli posso solo augurare il meglio.

Un altro addio è stato quello per Medhi Benatia, arrivato alla Juve nel luglio 2016, e dopo aver vinto 2 scudetti, 2 coppe Italia e 1 supercoppa italiana, a gennaio 2019 lascia la maglia bianconera affermando che con Allegri giocava poco e niente e non era felice, ha detto anche di non aver problemi con il mister. Lo ringrazio per quello che ha fatto e gli auguro il meglio.

Dobbiamo salutare anche un grande campione dentro e fuori dal campo… Il suo nome è Andrea Barzagli, pilastro fondamentale della famosa BBC, la difesa che in Italia è stata invidiata da tutti, in parte anche in Europa. Acquistato dalla Juventus il 27 gennaio 2011, esordisce con la maglia bianconera il 2 febbraio nella gara contro la sua ex squadra del Palermo. La stagione successiva si conferma come titolare della difesa bianconera, vincendo la sua prima serie A con la Juve.

Ha indossato la casacca Bianconera per 205 partite, segnando 2 gol e vincendo 8 campionati consecutivi, 4 coppe Italia e 4 supercoppe italiane. Riconosciuto anche come «leader silenzioso» dello spogliatoio bianconero, il 13 aprile 2019 annunciava il ritiro. È stato un addio doloroso, mancherà a tutti quanti. I tifosi nell’ultima partita in casa gli hanno dedicato uno striscione con scritto ‘’Andrea Barzagli grazie campione’’ e anche uno standing ovation di tutto lo stadio, è stato molto emozionante e commovente. Mi dispiace che un giocatore così importante si ritiri ma questa è una delle tante leggi del calcio. Auguriamo il meglio al nostro campione sperando di rivederlo presto.

Questo è stato l’ultimo anno in bianconero anche per il mister Massimiliano Allegri, sono stati 5 anni straordinari e fantastici di vittorie, e sacrifici. Allegri ha scritto un pezzo di storia della nostra Juve, è anche uno degli allenatori più forti del mondo.

Con lui abbiamo vinto 5 scudetti di fila, 4 coppe Italia, 2 supercoppe, raggiungendo anche due finali di UCL. Mi è dispiaciuto tantissimo quando ho sentito la notizia che lasciava la Juve, avrei voluto che restasse perché a parer mio è un grande allenatore e mi sono affezionato a lui, per me fa parte della nostra famiglia Juve.

Tanta gente è ingrata e scorretta nei confronti di Allegri sia come persona che come allenatore vincente, la gente in Italia è abituata a sputare nel piatto in cui mangia e si è dimenticata tutto quello che ha fatto per noi. Nella conferenza stampa si sono commossi il presidente, il mister ed alcuni giocatori ed è riuscito a far commuovere anche me che guardavo la conferenza in diretta da casa.

Nell’ultima partita di campionato all’Allianz, i tifosi hanno onorato il mister con uno striscione che riportava la seguente frase: ‘’uomo fiero, mister vincente 5 anni di gloria dove hai scritto la storia… grazie Max Allegri‘’, seguito da un applauso da parte di tutto lo stadio.

Il presidente ha deciso di chiudere questo rapporto con Max, nel migliore dei modi e in buoni rapporti, purtroppo questa è la legge del calcio. Ringrazio il mister per questi 5 anni di vittorie straordinarie, che da quando è alla Juve ha fatto grandi risultati. Gli auguro il meglio come persona e come allenatore.

Adesso volevo fermarmi a riflettere qualche istante, per parlare di quello che ultimamente sta tormentando il calcio, sto parlando del razzismo e della violenza fuori dal campo.

La rivalità deve sempre avere un limite, il calcio deve essere una cosa sana, che appassiona e diverte i tifosi, senza farlo diventare un modo per usare la violenza fuori e dentro gli stadi. La rivalità va bene, però bisogna avere rispetto degli avversari perché è solo un gioco e bisogna divertirsi e non è giusto che per quattro tifosi stupidi che fanno casino, si rovina il vero calcio per noi veri tifosi.

Per quanto riguarda il razzismo in campo verso i giocatori di colore, penso che sia una cosa inutile, perché sono persone come noi e non meritano di essere trattati diversamente, bisogna avere rispetto.

Adesso andiamo ai ringraziamenti per un’altra annata straordinaria: Andrea Agnelli, Pavel Nedved, e Paratici che ogni anno acquistano i migliori giocatori per rendere la squadra più forte e competitiva. Ringraziamo anche i giocatori che ogni anno ci fanno sognare. Un riconoscimento va anche a tutti quelli che con dedizione, tutti i giorni, anche se non in prima linea, si prendono cura della Vecchia Signora.

La società per la nuova stagione ha deciso che il miglior allenatore per noi in questo momento e Maurizio Sarri, diamogli il benvenuto nella famiglia Juve. Non tutti i tifosi sono d’accordo non portiamogli rancore per il suo passato ma diamogli fiducia perché è un bravo allenatore, sono sicuro che farà un buon lavoro, inizia un nuovo ciclo, spero che continueremo a toglierci soddisfazioni e continuare a scrivere la storia come abbiamo fatto negli ultimi anni, e provare a vincere quella coppa che ci manca da tanti anni, ma non sarà facile. Sono arrivati per la nuova stagione i centrocampisti Ramsey ex Arsenal,  Adrien Rabiot ex PSG, e il difensore Merih Demiral, ex Sassuolo. Gli diamo il benvenuto nella nostra famiglia. Dopo essersi congedato dalla Juve e ritornato dal PSG gli diamo il bentornato al nostro Gigi Buffon voluto fortemente dalla società. Non mi aspettavo che sarebbe ritornato in veste di giocatore, farà il secondo portiere col numero di maglia 77.

Le parole di Buffon sono state le seguenti: “Cercavo emozioni forti e le ho ritrovate tornando a vestire questi colori credo che questo ritorno sia un premio per me, perché conosco bene la Juve, ne approvo ogni modo di agire, il portiere titolare è Tek e il capitano è Giorgio. Li ringrazio entrambi perché mi hanno offerto il numero uno e la fascia di capitano, ma io non sono qui per togliere qualcosa ai compagni, ma per dare il mio contributo e sono pronto, quando ci sarà l’occasione a dare una mano alla squadra. Il mio numero? Ho pensato al 77, perché rappresenta un po’ la mia storia. Lo indossai a Parma e mi portò fortuna, perché poi andai alla Juve, quindi mi piace molto”.

Siamo pronti, come ogni anno, per una nuova emozionante e avvincente stagione, sperando che sia ancora più straordinaria di questa. Fino alla fine, sempre e comunque, forza Juve. Io sono un grande tifoso che non perde mai una partita, questa è l’unica “amica” che mi accompagna e non mi tradisce mai.

Questo è il mio settimo articolo che scrivo a fine stagione e che racconta le opere della mia squadra del cuore. I miei articoli si possono trovare anche sulla mia pagina Facebook.

Mi chiamo Damiano Calabrò (foto a destra), sono un ragazzo di 26 anni, affetto dalla nascita da una patologia, la distrofia muscolare di Duchenne che limita la mia autonomia al cento per cento.

Quasi tutti si soffermano sulle apparenze, spesso non approfondendo la conoscenza, provano solo compassione e ignorano ciò di cui ho bisogno veramente. La gente conosce il tuo volto, ma non il tuo cuore. Ovviamente non è quello che avrei voluto da questa vita, ma accetto tutto con grande forza.

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