Esattamente tra una settimana (ossia venerdì prossimo) le comunità di Taormina e Francavilla di Sicilia seguiranno con trepidazione la serata finale del popolarissimo concorso di bellezza “Miss Italia”, giunto all’ottantesima edizione, che tornerà ad essere trasmesso in diretta sui teleschermi di Raiuno dopo un “divorzio” durato sette anni. Il 6 settembre, al Palazzetto dello Sport di Jesolo (Venezia), potrebbe infatti essere eletta “donna più bella del Bel Paese” la ventenne taorminese Serena Petralia, figlia di Santo e Patrizia Currò, quest’ultima conosciuta e stimata cittadina francavillese.
In quest’estate 2019, partecipando alle selezioni svoltesi in vari Comuni dell’isola (tra cui a Noto ed a Gela), Serena ha conquistato l’ambito titolo di “Miss Sicilia”, che le ha dato il diritto di accedere alla finale nazionale del celebre concorso, portato al successo dallo storico “patron” Enzo Mirigliani ed oggi diretto dalla figlia.
Serena Petralia è una tipica “bellezza mediterranea” diplomatasi al Liceo Linguistico ed oggi studentessa alla Facoltà di Lingue dell’Università di Catania.
E’ alta un metro e settantaquattro centimetri, ama leggere e fa la modella sin dall’età di quattordici anni.
Si reputa «una ragazza sincera, forte e determinata che non si preoccupa di quello che pensano gli altri, ma cerco sempre nuove opportunità per crescere e migliorarmi».
Riguardo al suo approdo alla grande ribalta massmediatica di “Miss Italia”, Serena dichiara di «sperare che possa servirmi ad affermarmi nei campi che più amo, ossia la moda ed il cinema. Nei decenni passati, infatti, questo importante concorso nazionale ha lanciato donne quali Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Lucia Bosè, Silvana Mangano, Stefania Sandrelli, Maria Grazia Cucinotta, Anna Falchi ed Anna Valle. Per intanto sono felice e fiera per questo titolo di “Miss Sicilia” ed immensamente grata a tutti coloro i quali sino ad oggi hanno creduto in me, a cominciare dai miei genitori Santo e Patrizia, che mi hanno sempre sostenuto ed a cui continuo a chiedere pareri e consigli».
Rodolfo Amodeo