Per i consiglieri comunali giarresi al centro di una presunta gettonopoli non ci sono più scusanti. Fine degli appigli. Occorre solo cacciare i soldi in tasca, indebitamente percepiti e restituirli. Semmai, qualora vi fossero i presupposti, opporsi al pagamento, ma da cittadini, sperando di ribaltare il provvedimento.
L’assessorato agli Enti locali della Regione Sicilia, interviene sulla presunta “gettonopoli” al Comune di Giarre attraverso una nota ufficiale indirizzata al sindaco Angelo D’Anna e al Segretario generale Salvatore Marco Puglisi, rispondendo compiutamente ad una richiesta di parere in ordine all’erogazione del gettone di presenza ai capigruppo consiliari.
Nella nota della Regione si chiama in causa un parere con cui si è espresso il dipartimento per gli Affari Interni e territoriali del ministero dell’Interno, del 20 gennaio 2005, in merito alla problematica della corresponsione di gettoni di presenza e fruizione di permessi retribuiti per i capigruppo di commissioni consiliari che, pur non essendo componenti delle stesse, vi prendono parte.
Il parere è limpido come l’acqua e non lascia spazio ad ulteriori interpretazioni: “lo status di membro della commissione consiliare è condizione necessaria, sia ai fini della corresponsione del gettone di presenza che per la fruizione dei permessi lavorativi, escludendo che tali gettoni e tali permessi spettino anche ai capigruppo di commissioni consiliari che, pur non essendo componenti delle stesse, vi prendono parte”.
Pertanto, come rimarca la nota regionale “la corresponsione del gettone di presenza ai consiglieri comunali è prevista esclusivamente per l’effettiva partecipazione alle riunioni del consiglio comunale e delle commissioni delle quali si è componenti. I capigruppo che partecipano alle sedute delle commissioni senza esserne componenti – ancor più senza diritti di voto – non maturano il diritto alla percezione del gettone di presenza che non può estendersi a un eventuale delegato. L’eventuale avvenuta erogazione ai capigruppo – ed è questo il passaggio più delicato della nota – è connotata da profili di illegittimità”.
Secondo la Regione appare “opportuna la rimodulazione delle norme statutarie e regolamentari dell’ente comunale giarrese al fine di una maggiore adesione al dettato della legge regionale n. 30 del 2000 e degli indirizzi giurisprudenziali, anche tenendo conto dello stato di dissesto del Comune e dell’esigenza di contenere i costi”.
Sul fronte politico il pronunciamento della Regione – originato dalla nota denuncia dell’ex presidente del Consiglio Raffaele Musumeci – sembra destinato a provocare un terremoto autunnale al Comune di Giarre. Con alcune possibili ipotesi in campo. La prima: predisporre i conteggi degli ultimi 10 anni dei singoli consiglieri e pagare evitando la decadenza dal ruolo di consigliere comunale. Le somme, in difetto – si apprende – variano da 12 mila a 40 mila euro. Oppure presentare opposizione al pagamento, dimettendosi da consigliere. Quest’ultima ipotesi, innescherebbe però un sentimento di rivalsa. Perché la Giunta rimarrebbe in carica. E allora, a quel punto meglio morti Sansone e tutti i filistei. Ovvero sfiducia al sindaco e tutti a casa.