L’intenzione recentemente manifestata dagli amministratori comunali di Castiglione di Sicilia di introdurre nella cittadina etnea la cosiddetta “tassa di soggiorno” ha fatto registrare una levata di scudi da parte degli imprenditori locali che operano nel comparto della ricettività. A farsi portavoce dei loro malumori è Nunzio Valentino (nel riquadro sulla foto principale), che nel centro urbano castiglionese ha sperimentato con successo, ormai da alcuni anni, la formula del cosiddetto “albergo diffuso”, ossia il recupero di vecchi immobili inutilizzati e tra loro vicini per ricavarne dei posti letto.
«Di tutto Castiglione di Sicilia ha bisogno, tranne che della tassa di soggiorno», esordisce Valentino in una sua nota sull’impopolare balzello. «Questo tipo di imposta – prosegue l’imprenditore – viene solitamente istituita in Comuni in cui l’economia turistica è già una realtà ben consolidata e le cui istituzioni locali si impegnano per offrire servizi ed attrattive ai visitatori impiegando risorse finanziarie pubbliche. Qui a Castiglione, invece, siamo ancora ben lungi da ciò. L’obiettivo dovrebbe dunque essere quello di attirare turisti, ed invece cosa si pensa di fare? Tutto il contrario, ossia rendere più costosa la loro permanenza imponendo il pagamento di una… tassa di soggiorno!
«Intanto sfido chiunque a citarmi un Comune del nostro vasto comprensorio, ossia la Valle dell’Alcantara ed il contiguo territorio jonico etneo, in cui è in vigore questa tassa: nessuno! Da queste parti, dunque, Castiglione di Sicilia sarebbe il primo ed unico ad introdurre questo tipo di tributo, che noi operatori turistico-alberghieri riteniamo del tutto ingiustificato.
«I problemi del nostro comparto, del resto, vanno inquadrati in un contesto comprensoriale in quanto continuiamo a subire la concorrenza del versante Sud dell’Etna viste le note polemiche ed il conseguente stato di impasse per la fruizione turistica del versante Nord del Vulcano, a noi vicino. A Castiglione di Sicilia e dintorni, quindi, gli operatori dell’ospitalità ci ritroviamo “da soli” nell’esercizio delle nostre attività lavorative in un quadro non certamente favorevole. La tassa di soggiorno, pertanto, ci darebbe un ulteriore “colpo di grazia”».
Nunzio Valentino conclude con un “consiglio”. «Anziché introdurre nuove tasse – suggerisce l’imprenditore – a Castiglione di Sicilia chi di dovere dovrebbe seriamente pensare a defiscalizzare, sia per sostenere concretamente chi già opera nel settore turistico-ricettivo e sia per invogliare ad investire in questo Comune, sempre più in preda allo spopolamento. Altro che… tassa di soggiorno!».
Dal canto loro, il primo cittadino castiglionese Antonio Camarda e l’assessore comunale al Turismo Dania Papa sostengono che l’eventuale imposta di soggiorno avrebbe un’incidenza minima, e quindi ininfluente ai fini della scelta di una destinazione turistica, e che tramite le somme da essa incamerate sarebbe possibile migliorare i servizi offerti ai turisti (decoro urbano, segnaletica, promozione del territorio, ecc.). Insomma: le solite storie del cane che si morde la coda e del dubbio se sia nato prima l’uovo oppure la gallina…
Rodolfo Amodeo