Si è svolta nei giorni scorsi un’assemblea, indetta dai rappresentanti della professione forense, per invocare il ritorno nella frazione Trappitello dell’importante presidio giudiziario soppresso sei anni fa, comportando disagi per i numerosi utenti dei Comuni della Valle dell’Alcantara e della fascia jonica messinese. Intervenuti anche diversi sindaci. A breve un apposito documento che verrà votato dai Consigli Comunali
Si ritorna a lottare per tentare di convincere chi di competenza a far riaprire il Tribunale di Taormina, soppresso sei anni fa in nome di una norma di “spending review” introdotta dal Governo Monti.
L’ufficio giudiziario, ubicato in un grande stabile della frazione Trappitello (oggi trasformato in centro commerciale di prodotti per l’abbigliamento), costituiva un importante punto di riferimento per i cittadini dei numerosi Comuni compresi tra la Valle dell’Alcantara e la fascia jonica messinese che adesso, per far valere i loro diritti, sono costretti a recarsi alla volta del lontano Tribunale di Messina, perdendo un’intera giornata ed affrontando maggiori costi di spostamento. L’ufficio gudiziario decentrato, inoltre, consentiva di alleggerire il lavoro degli uffici centrali del tribunale peloritano, oggi costretti a dover “smaltire” un enorme numero di pratiche, con l’inevitabile ulteriore allungamento dei tempi della giustizia, già di per sé intollerabili.
Tali disagi sono stati evidenziati qualche giorno fa da una rappresentanza di avvocati appositamente riunitisi in una nota struttura ricettiva taorminese. A farsi portavoce dei colleghi l’avvocato Nunzio Cammaroto (nella foto accanto), il quale ha ripercorso le varie tappe della vicenda che ha portato alla chiusura del presidio giudiziario di Trappitello.
All’incontro sono stati invitati anche gli amministratori comunali delle municipalità rientranti nella competenza territoriale del soppresso tribunale «in quanto – come è stato evidenziato dall’avvocato Giovanni Malinconico – occorre che avvocati e rappresentanti istituzionali locali operino in stretta sinergia per dare voce a tutto un vasto territorio privato di un servizio essenziale quale è l’amministrazione della giustizia».
Dal canto suo, il sindaco di Castelmola Orlando Russo (nella foto accanto), presidente dell’Unione dei Comuni “Naxos-Taormina” nonché componente dell’Esecutivo dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia), si è offerto di sottoporre la questione all’importante organizzazione delle municipalità italiane in maniera tale da rendere più autorevole ed incisiva l’azione degli amministratori locali interessati.
Intanto si è deciso di stilare un documento, da far votare nelle prossime settimane ai Consigli Comunali dei centri interessati, in cui si chiederà la riattivazione del Tribunale di Taormina.
La verità è che con lo smantellamento degli uffici pubblici decentrati lo Stato si prefigge di ottenere un risparmio finanziario, ma in realtà ciò che risparmia lo Stato sono costretti a spenderlo di tasca loro i cittadini in termini di costi di viaggio e perdita di giornate lavorative per recarsi alla volta degli uffici centrali. Ma uno Stato non dovrebbe tutelare gli interessi dei suoi cittadini anziché pensare solo a “risparmiare”, quando gli sprechi stanno probabilmente da tutt’altra parte?!…
Rodolfo Amodeo
FOTO PRINCIPALE: il centro commerciale che ha preso il posto dell’ex Tribunale di Trappitello (nel riquadro)