Stretta finale del commissario nominato dalla Regione per fare il punto sulla presunta gettonopoli al Comune di Giarre? Forse.
Al netto di una eventuale proroga il collegio dei revisori dei conti che si è nuovamente incartato sul bilancio stabilmente riequilibrato – a causa dei numeri ballerini della ragioneria e dell’evidente approssimazione dell’amministrazione – dovrà tenere in considerazione quel potenziale buco enorme creato dal presunto danno erariale derivante dalla presunta gettonopoli.
In questa direzione si susseguono le segnalazioni dell’ex presidente del Consiglio Raffaele Musumeci i cui esposti trasmessi la scorsa estate alla Procura della Corte dei conti hanno originato l’avvio dell’attività ispettiva della Regione.
In una nota trasmessa ieri all’organo di revisione contabile Musumeci nel ribadire “la necessità della “coerenza delle previsioni di entrata nonché l’attendibilità e congruità dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato”, evidenzia che “dalla verifica del contenuto della parte entrata dell’ipotesi di bilancio riequilibrato non si riscontra alcuna previsione di entrata di somme riferite all’ormai ineludibile obbligo a carico del Comune di provvedere nei modi e termini di legge al recupero di quanto illegittimamente erogato attraverso la corresponsione dei gettoni di presenza ai capigruppo consiliari e delegati; componenti delle commissioni consiliari speciali; per rimborsi ai datori di lavoro (consiglieri-dipendenti).
Secondo una prudenziale stima riferita alle somme illegittimamente erogate il presunto danno erariale ammonterebbe ad oltre 1 milione di euro, che, certamente, dovrà essere considerata nell’ipotesi di bilancio riequilibrato”.
Frattanto ieri – con estremo ritardo – è pervenuta al segretario generale del Comune una nota dall’assessorato delle Autonomie locale della Regione alla quale è stata allegata una interrogazione all’Ars del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, del 5 agosto scorso, in ordine a presunte irregolarità nell’erogazione dei gettoni al Comune di Giarre.
Una interrogazione che trasmessa a gennaio stride parecchio con l’attività ispettiva nel frattempo avviata dalla Regione. Una comunicazione tardiva e al tempo stesso farsesca, che lascia perplessi. Come la possibile proroga che il commissario ispettore potrebbe chiedere con l’intento, forse, di allungare il brodo. Che è già diventato freddo, da tempo.