Dopo il saluto del dirigente scolastico Gaetano Ginardi, è intervenuta, nella sala della biblioteca intitolata a “Giuseppe Sapienza” di fronte a tanti studenti della scuola media, la professoressa Maria Pia Russo, presidente della sezione Fidapa Giarre-Riposto, che ha sottolineato il significato dell’iniziativa, nel solco del valore della testimonianza umana contro ogni barbarie e oppressione della dignità di ogni uomo.
Un pericolo quello del totalitarismo sempre dietro l’angolo, come evidenziato dalla professoressa Anna Castiglione, che ha invitato gli studenti ad essere sempre vigili dinanzi ad ogni rigurgito di simili fenomeni. A seguire è stato il momento centrale, con le parole della professoressa Antonietta Rita Garufi, figlia di Antonio Garufi. E’ stato un ricordo dettagliato e molto toccante, non solo per il diario che racconta l’orrore del lager, le violenze subite senza spirito di vendetta, come nel caso del bimbo che una guardia nazista aveva invitato a percuotere proprio lui. Garufi, originario dell’area giarrese, da giovane si arruolò nei carabinieri. Partigiano nella Carnia e nel Friuli orientale e nord orientale nella Brigata Osoppo.
Fu imprigionato dai nazifascisti a Faedis, durante la controffensiva tedesca che alla fine di settembre e all’inizio de novembre del 1944 portò alla fine delle “Zone libere”. Fu deportato, prime nel famigerato lager di Dachau, poi, a Buchenwald.
Nel complesso, un ricordo vivo, non solo che viene fuori dalle parole del libro, ma a tutto tondo, nelle parole degli intervenuti, anche nell’ aula magna dell’ “Enrico Fermi”, fra cui tanti studenti. Un’iniziativa, quindi, che ha riscosso consensi e grande partecipazione, grazie anche all’animazione e al coordinamento delle professoresse Marzia Andronico, Milena Camardi e Giusy Torrisi e il video del prof. Massimo Corsaro.