“Prendiamo in mano la nostra vita e facciamone un capolavoro. Amiamo e pratichiamo la verità, la giustizia, l’amore e la libertà e la Pace trionferà!”. Con questa riflessione, tratta dai pensieri sulla pace di Papa Giovanni Paolo II, proposta domenica scorsa all’inizio della celebrazione eucaristica in chiesa Madre a Giarre, hanno preso via le manifestazioni organizzate dai catechisti della parrocchia S. Isidoro Agricola, per celebrare la duplice festa della vita e della pace.
«Quando Maria e Giuseppe entrarono nel tempio – ha spiegato padre Nino Russo, arciprete del Duomo – molti li guardano, uno solo li vede: Simeone. Lui capisce e vede ciò che altri non vedono: la luce che illumina la storia è arrivata, la luce che rischiara le tenebre e ci rende luminosi, capaci di camminare con gioia incontro al Signore che viene, è qui, sulla terra invasa dal peccato. Quel peccato – prosegue il parroco – che porta Pietro a dire “Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. Gesù risponde: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Ogni cristiano, illuminato da Cristo, è chiamato, dunque, a percorrere un cammino di riconciliazione che lo spinge a trovare nel profondo del cuore la forza del perdono e la capacità di riconoscere nell’altro il fratello».
E, a conclusione della celebrazione eucaristica i bambini e ragazzi del catechismo, accompagnati dai loro catechisti, si sono recati in processione in piazza Duomo dove, dopo alcuni canti, la recita della preghiera della pace e la benedizione di Padre Nino, hanno fatto volare in cielo numerosi palloncini colorati ai quali erano stati legati dei bigliettini con scritte sulla pace, composti dagli stessi ragazzi.
La giornata, ricca di spiritualità e preghiera, comunque, per la comunità giarrese, ha avuto il suo clou la sera, dopo la Messa vespertina, ottava della festa di San Sebastiano, compatrono di Giarre, portato a spalla dai giovani della commissione organizzatrice sul sagrato della chiesa prima di essere ricollocato nella cappella tra i canti e le preghiere dei fedeli devoti.
Rosalba Azzarelli