Si è spento alla veneranda età di 96 anni, a Paternò, dove viveva con la sua famiglia, il poeta popolare Carmelo Caruso, classe 1923, originario di Randazzo.
Insieme al fratello Vincenzo e a Santo Anzalone (con cui vi era una lontana ascendenza) apparteneva a una cerchia di raffinati poeti naif o popolari che la città di Randazzo ha potuto vantare nel corso del Novecento.
Nato a Randazzo il 3 ottobre 1923, da Salvatore Caruso e Maria Giuseppa Anzalone, inizia a frequentare la scuola elementare che presto interrompe, sebbene a malincuore, per aiutare il padre a lavorare i campi. Tuttavia, completerà il ciclo di studi primari in età adulta, frequentando la scuola serale.
Dopo la seconda Guerra Mondiale si arruola nei Carabinieri il cui legame ideale non fu mai interrotto, neppure dopo il congedo. Lo si incontrava per strada con la spilla dell’Arma sempre attaccata sul petto e che ostentava con grande dignità.
Autodidatta in campo letterario, è stato sempre appassionato di versi. Scrivere, leggere e studiare le poesie dei maggiori autori è stato il suo hobby preferito. I suoi componimenti sono ispirati a fatti, a luoghi e a persone del suo vissuto.
Pur avendo lasciato la città natale da giovane per motivi di lavoro, rimase, comunque, molto legato a Randazzo località dove ritornava per villeggiare durante il periodo estivo con la moglie Rosa Condorelli, anche lei originaria di Randazzo, e i figli Salvatore, Maria Rita, Cinzia e Giusi.
La sua produzione letteraria, oggi raccolta dai familiari in un dattiloscritto, comprende oltre sessanta componimenti. Gli argomenti della sua poetica sono: l’amore, la famiglia, la religione, l’Arma, la città natale e i nipoti. Durante la sua carriera artistica, ha partecipato a numerosi concorsi letterari ottenendo premi e attestati di riconoscimento.
Chi lo conobbe lo ricorda come un uomo semplice che ha dedicato la sua esistenza non soltanto al lavoro, alla poesia e alla letteratura, ma soprattutto all’amore per la sua famiglia e per il prossimo. Insomma, Carmelo Caruso fu un signore di altri tempi disponibile anche ad aiutare gli altri. Un esempio di impegno sociale e religioso, di onestà, un modello educativo, una persona su cui contare anche nei momenti di difficoltà, un porto sicuro in cui rifugiarsi grazie alla saggezza che traeva da un’antica tradizione familiare e dalla fede in Cristo.
Significativo fu il suo apostolato laico nella chiesa “Sacro Cuore” di Paternò e la solidarietà a tanti bambini e persone bisognose della diocesi di Kurnool, suffraganea dell’arcidiocesi di Hyderabad, nello stato dell’Andhra Pradesh in India. Fu tra i pionieri di un progetto di solidarietà grazie al quale il vescovo Johannes Gorantla (morto nel 2007) con il sostegno economico di tante famiglie siciliane, ha costruito scuole, ospedali, case e pozzi per dare una speranza e un futuro dignitoso ai poveri della diocesi indiana.
Gaetano Scarpignato