La Procura regionale della Corte dei conti ha proposto ricorso alla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti Siciliana per l’applicazione della misura interdittiva legale per anni 10 e della sanzione pecuniaria previsti dall’articolo 248 D.lvo 267/00 (testo unico enti locali), al comma 5 per gli amministratori e al comma 5 bis per il collegio dei revisori.
In considerazione delle gravissime e reiterate violazioni accertate, la sanzione pecuniaria è stata quantificata nella misura massima prevista (pari a 20 volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione), per un importo complessivo pari ad euro 1.212.515,40 in favore del Comune di Catania.
In particolare, sono stati convenuti con ricorso: il sindaco (Bianco Vincenzo) e gli assessori (Bosco Luigi, D’Agata Rosario, Trojano Fiorentino, Girlando Giuseppe, Licandro Orazio Antonio, Mazzola Angela Rosaria, Di Salvo Salvatore, Consoli Magnano San Lio Marco, Villari Angelo, Scialfa Chinnici Valentina Odette, Lombardo Agatino, Andò Salvatore) del Comune di Catania in carica tra il 2013 ed il 2018, per avere contribuito al verificarsi del dissesto finanziario dichiarato con deliberazione consiliare n. 37/2018; dall’attività istruttoria è, infatti, emerso, non solo l’omissione delle iniziative necessarie a fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria in cui versava il Comune di Catania ma anche una perdurante mala gestio nonché la palese e cosciente violazione dei principi di veridicità, attendibilità e universalità del bilancio, tutte cause che hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell’ente; il Collegio dei revisori in carica nel quinquennio antecedente la dichiarazione di dissesto (Strano Natale, Cittadino Calogero, Sciuto Fabio, Battaglia Francesco, Lo Certo Massimiliano Carmelo), essendo emerso dall’istruttoria un grave scostamento del loro operato dalle norme e dai principi contabili vigenti, nonché dai delicati compiti funzionali assegnati dalla legge all’organo di controllo.
L’articolata e complessa attività istruttoria si è connotata per una efficace interazione con la Procura della Repubblica di Catania che ha approfondito gli aspetti di rilevanza penale connessi al dissesto del Comune di Catania, ed è stata definita grazie anche al contributo di alta professionalità degli ufficiali e dei militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania.
Il ricorso sarà discusso innanzi la Sezione Giurisdizionale Siciliana all’udienza del 23.7.2020.