Qualcuno a Giarre cerca un sindaco. Come se non ci fosse già, solo che stavolta nessuno vuole commettere errori. L’esperienza con l’amministrazione D’Anna è stata pesante come un lockdown. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Degrado imperante, città ridotta ad un villaggio fantasma. Sullo sfondo la dichiarazione del dissesto, la sciatteria amministrativa che ha mortificato ogni aspettativa di riscatto sociale. Morale. Organizzativo. Dunque la necessità di cambiare pagina.
Nel centro destra si fanno poi alcuni nomi. Francesco Cardillo, ad esempio, sarebbe pronto a cogliere l’occasione ma è chiaro che dovrà trovare il pieno appoggio dell’intera compagine di centro destra che potrebbe convergere anche sul presidente del Consiglio, Francesco Longo. O sull’ex assessore Nino Raciti. Qualcuno dovrebbe riuscire, nel frattempo, a risolvere qualche guaio giudiziario, giusto in tempo per non incorrere in fastidiose incompatibilità. E in tema di ipotesi girano nomi di ogni tipo: da Claudio Raciti, passando per l’ex presidente del Consiglio, Raffaele Musumeci.
Ma la politica comunale non finisce mai di stupire e così non è del tutto infondata la possibilità che possa concorrere per la poltrona di sindaco a Giarre, l’attuale primo cittadino di Riposto Enzo Caragliano. Che a Giarre già ci abita. Caragliano noto per la sua determinazione (a Riposto ha cambiato i connotati della politica amministrativa) potrebbe accarezzare l’idea, accettando la sfida. Certo, al netto di alcuni propositi di Caragliano, due progetti su tutti che il sindaco della città marinara vorrebbe portare a compimento, per lasciare la propria impronta politica: il completamento delle opere di messa in sicurezza nell’area portuale e l’avvio dei lavori della Mareneve, l’asse viario che collega Torre Archirafi con la barriera autostradale di Trepunti.
Caragliano sta attraversando nella sua Riposto un momento delicato con una fibrillazione palpabile. Diversi consiglieri che sostengono il suo esecutivo, pur rimanendo nell’alveo della maggioranza, hanno annunciato la costituzione di gruppi consiliari. Una strategia ben chiara vecchia come il mondo che, tra sorrisi ammiccanti e volti smorfianti, sembra avere un solo obiettivo: quello di consolidare un potere contrattuale, nell’eventualità di una estromissione.
Un velato tentativo di far comprendere al sindaco-medico, in vista di un programmato turn over a dicembre, che talune decisioni potrebbero essere mal digerite e, per quanto frutto di intese elettorali, rischiano di pregiudicare gli equilibri politici della maggioranza. Ma Caragliano sembra avere spalle larghe e, in questo contesto ci sarebbero poi le sue velleità. Compresa quella di accettare la sfida di Giarre.
L’estate servirà a molti per comprendere quali mosse attuare, quali pedine muovere nello scacchiere. Perché come detto, nessuno vuole commettere errori e chiudere la pratica D’Anna sembra essere, al momento, l’unico vero collante.