Premio alla carriera alla dottoressa mascalese Mariangela Panebianco

Venerdì scorso presso la Scalinata del palazzo di Città di Aci Catena la dott.ssa Mariangela Panebianco, ricercatrice scientifica di origini mascalesi, è stata insignita di una targa nell’ambito della prima edizione di “Premio alla carriera” per l’impegno profuso nella vita professionale e sociale. Manifestazione organizzata dalla pro loco di Aci Catena con il patrocinio del Comune di Aci Catena.

Laureatasi ad appena 24 anni con 110 e lode, terminata la specializzazione Mariangela inizia a lavorare come consulente neurologo in diverse strutture private, ed anche in contesti di ricerca come il CNR e la Fondazione Scientifica Morgagni con alcune borse di studio. Dal 2005 al 2010, cinque anni di lavoro intenso ma nulla di definitivo e gratificante.

Nel 2010 vince un dottorato di ricerca Internazionale in Neurobiologia, della durata di quattro anni. I primi due anni li trascorre a Catania, poi all’Estero, nel Regno Unito, all’Università di Liverpool a far parte di un grande team universitario.

Concluso il dottorato firma un contratto da dirigente neurologo presso il “The Walton Center Hospital”, ospedale universitario, centro di eccellenza nelle neuroscienze.

Reclutata per scrivere un capitolo di un libro di Neuroanestesiologia per Elsevier, il maggior editore mondiale in ambito medico e scientifico, insieme ad altri autori di fama internazionale, va in Francia per due mesi, all’Università Pitié-Salpêtrière di Parigi, portando il suo contributo scientifico ad un studio clinico congiunto sullo stroke”.

Nel 2015 Mariangela, nel pieno della carriera nel Regno Unito, dopo incarichi prestigiosi all’estero, collaborazioni con ospedali inglesi e francesi, decide di tornare a lavorare nuovamente in Italia.

All’inizio del 2016 vince il concorso per un posto da dirigente in Neurologia all’Ospedale di Legnano. Attualmente lavora a Catania nel reparto di neurologia presso l’Azienda Ospedaliera Garibaldi.

“L’Italia mi mancava – dice Mariangela -. Volevo riunire la mia famiglia. Ma forse la motivazione più grande è stata il voler essere riconosciuta e apprezzata in Italia, volevo rimettermi di nuovo in discussione. Sono tornata in Italia arricchita da un punto di vista professionale ma anche umano. Sono felice di non aver ceduto alla frustrazione iniziale della professione, quando tutto appariva in salita, con pochissime prospettive. Entusiasmo, nostalgia e speranza per il futuro sono le cose che mi spingono ad andare avanti”.