Giarre, contenziosi e sentenze che inchiodano una amministrazione fallimentare -
Catania
18°

Giarre, contenziosi e sentenze che inchiodano una amministrazione fallimentare

Giarre, contenziosi e sentenze che inchiodano una amministrazione fallimentare

Il disastro economico è alla portata. Tra sentenze e contenziosi vecchi e nuovi che hanno tuttavia evidenziato un unico denominatore:  la straordinaria sciatteria di questa amministrazione comunale. Con il sindaco Angelo D’Anna, avvocato, che scopre solo a sentenza emessa che il Comune non si è costituito. Una vera e propria casistica che da la misura di un esecutivo inadeguato. Che si muove a tentoni, commettendo grossolani errori al punto da mettere in fuga persino i dirigenti comunali. L’ultimo dei quali, il comandante della polizia locale, Maurizio Cannavò che, dopo l’arch.Nuccio Russo, il dott.Letterio Lipari (entrambi “fuggiti” a Enna), si accinge a lasciare Giarre per assumere lo stesso incarico a Ragusa. E tanti cari saluti.  Fuga a metà – seppure senza andare troppo lontano – anche per il segretario generale Marco Puglisi.

Ma veniamo all’ultima delle perle. La sentenza emessa dal Tribunale di Catania (sezione Lavoro) che coinvolge i lavoratori precari del Comune di Giarre è destinata a lasciare il segno. I lavoratori comunali precari avevano chiesto in giudizio al Comune di Giarre, in primis, la stabilizzazione del rapporto di lavoro, il risarcimento del danno per abusiva reiterazione di contratti a tempo determinato (stante il superamento del limite di 36 mesi) ed infine la condanna alle spese dei Comuni resistenti.

“L’Amministrazione Comunale di Giarre non solo non ha stabilizzato i  ricorrenti, ma – conferma il consigliere comunale avv.Leo Patanè che ha difeso un altro Ente coinvolto nello stesso procedimento – non si è neanche costituita in giudizio rimanendo contumace”. Non solo. Proprio a causa della mancata stabilizzazione e, come detto anche della non costituzione in giudizio, il Comune di Giarre è stato condannato a risarcire a ciascuno dei 13 lavoratori precari ricorrenti il cosiddetto “danno comunitario” nella forfettizzata misura di 12 mensilità per alcuni e 8,5 mensilità per altri.  Inoltre il Comune è stato condannato alle spese legali quantificate in circa mille euro,  oltre accessori ed interessi per ciascuno dei 13 ricorrenti. “Mi rattrista notare come negli altri enti pubblici si è finalmente posto fine al precariato procedendo alle stabilizzazioni, mentre Giarre è rimasto l’unico Comune a non stabilizzare i lavoratori precari. Unità lavorative che ormai prestano servizio da decenni  presso il Comune di Giarre svolgendo, tra l’altro, servizi indispensabili per l’ente soprattutto in un periodo in cui ci troviamo in evidente carenza di organico. In seguito alla sentenza del tribunale del Lavoro il Comune è destinato ad aggravare il proprio quadro finanziario.

Secondo l’avv.Patanè  “si tratta, infatti, di somme consistenti che, molto probabilmente andranno a formare dei debiti fuori bilancio. Un notevole esborso economico che poteva evitarsi mediante la procedura di stabilizzazione portata avanti con successo in altri enti. Invece, per il Comune di Giarre che poco o nulla ha fatto per la stabilizzazione dei precari, questa sentenza rappresenta l’ennesimo esempio di superficiale gestione”.

Potrebbero interessarti anche