Su disposizione della Procura della Repubblica di Catania, nelle prime ore del mattino nel Comune di Caltagirone, oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia” e del 12° NEC di Catania, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale ed istigazione alla corruzione.
Il predetto gruppo criminale aveva il suo centro logistico all’interno dell’Ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, oggetto di vera e propria “occupazione militare” da parte dei sodali che non esitavano a minacciare ed aggredire, anche fisicamente, il personale sanitario impegnato a far rispettare le norme di sicurezza all’interno del nosocomio anche all’inizio dell’emergenza derivante dalla pandemia da covid-19.
Uno dei soggetti colpiti dall’odierna misura ha addirittura minacciato di morte ed aggredito un infermiere con funzioni di capo sala del P.S., ritenuto colpevole soltanto di aver cercato di far rispettare gli appositi protocolli emanati dalla Direzione Sanitaria in costanza dell’evento epidemiologico, concernenti, tra l’altro, l’interdizione all’accesso indiscriminato all’interno dei locali del Reparto.
Le azioni violente consistevano in danneggiamenti di arredi funerari di ditte concorrenti posti ad ornamento della sala mortuaria, nei furti di parti di essi, nonché nell’appropriazione dei talloncini identificativi collocati sulle salme (in un’occasione lo stesso talloncino veniva strappato addirittura da un piccolo feto), sempre al fine di assicurare per sé il rintraccio dei parenti ai quali proporsi per le onoranze funebri e, al contempo, per evitare che altri concorrenti nel settore potessero entrare in possesso delle informazioni anagrafiche ivi contenute.
Numerose sono state le violazioni perpetrate all’interno delle camere mortuarie, nel corso delle quali, con vere e proprie perquisizioni delle salme e minuziose ricerche, gli appartenenti all’associazione si sono appropriati di monili, oggetti preziosi o semplici coroncine del rosario posizionate tra le mani dei defunti.
L’indagine ha consentito altresì di accertare un episodio di istigazione alla corruzione che ha coinvolto un operatore in servizio presso il Pronto Soccorso dell’ospedale, il quale avrebbe sollecitato un appartenente all’associazione a delinquere alla dazione di una somma di denaro come controprestazione per la segnalazione di un paziente non deambulante che necessitava di trasporto in ambulanza.
Le persone destinatarie di misura cautelare