Calcio Catania, omesso versamento dell’Iva: sequestro preventivo ai danni di Pietro Lo Monaco

Nell’ambito di attività di indagine coordinate daalla Procura della Repubblica di Catania, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, nei confronti di Pietro Lo Monaco, sottoposto a indagini, in qualità di legale rappresentante pro tempore del Calcio Catania spa, per omesso versamento dell’imposta sul valore aggiunto con riferimento agli anni 2015 e 2017.

Nel dettaglio, le indagini – che hanno già consentito di sottoporre a sequestro 640 mila euro, sempre per omesso versamento dell’IVA – sono state originate da una segnalazione pervenuta dalla locale Direzione Provinciale dell’Agenzia delle entrate, con la quale sono stati sottoscritti protocolli per rendere tempestivi i flussi informativi in tema di reati tributari nell’ambito di un rapporto di proficua collaborazione istituzionale.

I successivi approfondimenti svolti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, hanno consentito di accertare che Lo Monaco, all’epoca dei fatti rappresentate legale del Calcio Catania, ha omesso di versare, per conto della predetta società sportiva, l’imposta relativa agli anni 2015 e 2017, per un importo di oltre 1 milione di euro, integrando così il reato previsto e punito dall’art. 10-ter del d.lgs. n. 74 del 2000.

A seguito delle indagini finanziarie svolte sui conti correnti del Calcio Catania e del predetto Lo Monaco, è stata individuata la somma corrispondente al profitto del reato sottoposta a sequestro preventivo con provvedimento del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, adottato su richiesta di questo Ufficio.

L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte da questo Ufficio e dalla Guardia di finanza di Catania a tutela della finanza pubblica, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a contrastare le più insidiose forme di frode fiscale che ledono gli interessi finanziari della collettività e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione, da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico e sociali.