Una nuova nota del dipartimento regionale delle Autonomie locali terremota l’attività dell’amministrazione comunale alla vigilia della campagna elettorale. La nota che si riferisce alla presunta gettonopoli in Consiglio comunale e per la quale da lungo tempo è stata disposta una attività ispettiva, evidenzia l’ignavia dell’esecutivo rispetto alle richieste avanzate dal dipartimento regionale, tra cui la necessità di instaurare il contraddittorio.
Il funzionario direttivo Giuseppe Petralia che ha coordinato tutti gli accertamenti, nell’aprile scorso,con propria comunicazione inviata anche alla Procura regionale della Corte dei conti, aveva invitato il sindaco e il segretario generale, per le rispettive competenze, a fornire entro 30 giorni le proprie controdeduzioni in ordine ai rilievi e alle criticità riportate nella relazione ispettiva, con l’invito a precisare le iniziative intraprese dall’ente finalizzate al recupero dei gettoni di presenza ai consiglieri comunali corrisposti e non dovuti; le iniziative intraprese dal Comune riguardo il recupero dei rimborsi ai datori di lavoro per la fruizione dei permessi per l’assenza dal servizio dei consiglieri.
Le controdeduzioni, tuttavia – rimarca il funzionario che ha coordinato l’attività ispettiva – non sono pervenute entro il termine fissato (30 giorni) e nonostante sia stato poi assegnato un ulteriore termine di 7 giorni, è stato anch’esso disatteso. “In assenza delle controdeduzioni – scrive la Regione – e quindi dell’apporto partecipativo dell’ente, il procedimento amministrativo viene concluso confermando integralmente le violazioni riportate nella relazione ispettiva. Detta determinazione è stata inoltrata per i profili di competenza alla Procura della Corte dei conti”.
Va comunque precisato che l’Area I Servizi Civici del Comune – con determinazione del 28 aprile scorso – ha reso nota la somma accertata derivante dal danno erariale, pari a 80.559,62 euro e, si apprende sarebbe stato avviato un piano di “comode” rateizzazioni. Tempi decisamente più lunghi rispetto agli imperativi 8 giorni concessi all’ex presidente del Consiglio Raffaele Musumeci, al termine delle indagini della Santa Inquisizione del sindaco del tempo Bonaccorsi sull’appropriazione indebita di somme non dovute.