Un silenzio assordante. A distanza di 8 mesi dal crollo di un balcone che ha determinato l’inagibilità immediata di una delle palazzine del complesso di edilizia popolare di via Strada XVIII in contrada Rovettazzo, permangono le incertezze sul futuro.
In attesa di capire il futuro non solo degli inquilini sfollati dalla palazzina “C” (tre nuclei familiari sono ospitati nei locali del centro diurno anziani di via Berlinguer), ma anche di quelle 20 famiglie che occupano gli alloggi di altre due palazzine, oggetto di una ordinanza di sgombero (gli accertamenti tecnici hanno confermato la presenza di cemento armato impoverito).
Provvedimento sindacale, quello di sgombero, che, invece, attraverso una azione legale supportata dal Sunia, è stato impugnato innanzi al Tribunale di Catania e al Tar.
Attualmente è pendente la causa innanzi al Tribunale avverso l’ordinanza di sgombero, la cui prima udienza è stata fissata al 15 settembre prossimo. Il Tar di Catania, invece, ha rigettato il ricorso presentato dagli assegnatari che, al momento, stanno ancora occupando gli alloggi “A”, “B” e “D”.
L’avv. Elena Pulvirenti (Sunia) chiarisce che “l’ordinanza sindacale è stata impugnata per evidenti vizi di legittimità e compatibilità, manifestando la necessità di una interlocuzione ufficiale con l’Iacp, proprietario dell’immobile in ordine a quel progetto di ricostruzione ex novo della palazzina “C”, il cui distacco del parapetto in cemento armato ha determinato il tranciamento di un pilastro, per il quale, solo informalmente si è appreso, nel marzo scorso, che la Regione (assessorato alle Infrastrutture) ha stanziato 2 milioni di euro.
Per mercoledì prossimo, nell’area esterna degli alloggi di Rovettazzo, è stato convocato dal Sunia un incontro alla presenza dei rappresentanti del Comune e dell’Iacp per fare il punto della situazione a fronte dei pesanti disagi patiti dagli inquilini.
Martina Parisi, portavoce residenti alloggi popolari dell’agglomerato urbano di Rovettazzo afferma che “le famiglie ospitate nel centro diurno di via Berlinguer, hanno dovuto superare le difficoltà da soli, senza assistenza. Nessuno del Comune si è più occupato di noi; nessuno si è fatto vivo. Abbiamo più volte sollecitato di pulire i tombini perché c’è sempre cattivo odore proveniente dagli scarichi; abbiamo chiesto dove fossero i contatori dell’acqua per poterla chiudere visto che si era rotto un flessibile ma nessuno ha saputo aiutarci”.