A Mascali una commissione d’indagine dovrà fare chiarezza sulle procedure adoperate dall’amministrazione comunale nell’erogazione dei buoni spesa destinati ai cittadini in condizioni di disagio a causa dell’emergenza Covid.
Si tratta della seconda commissione istituita a distanza di due settimane, dopo quella che dovrà fare luce sull’assunzione di tre funzionari senza gara ad evidenza pubblica, per indagare su presunte illegittimità commesse nella gestione dell’ente.
Dopo le vane richieste ed interrogazioni indirizzate all’assessora alle Politiche Sociali ed Assistenziali, Virginia Silvestro, ed ai funzionari affinché fosse consegnata ai consiglieri comunali copia della documentazione per consentire gli opportuni controlli, il capogruppo di ‘Amore per Mascali’, Giuseppe Cardillo, ha presentato una proposta di deliberazione per l’istituzione di una Commissione di Indagine, approvata all’unanimità in Consiglio comunale.
“È necessaria una commissione d’indagine perché da mesi chiediamo vanamente a sindaco, amministrazione e funzionari di metterci nelle condizioni di fare un’oggettiva e obiettiva valutazione della documentazione – dichiara Giuseppe Cardillo -. Non c’è stato consegnato nulla. Non comprendiamo questa ostinazione nell’impedire il compito di vigilanza e controllo del consiglio comunale. Se l’assessore non ha problemi e tutto è stato fatto secondo i crismi della legalità, per quale motivo vuole negare ai consiglieri la facoltà di controllo e di verifica degli atti?”. Infondato il pretesto della tutela della privacy sollevato dall’amministrazione comunale nel rifiuto della consegna degli atti richiesti.
“Ci sono una risoluzione del Ministero degli Interni ed una sentenza del Consiglio di Stato – spiega ancora Cardillo – che dicono che i consiglieri comunali hanno diritto di accesso a tutti gli atti, anche quelli relativi all’erogazione dei buoni spesa. Una sentenza del Consiglio di Stato ha dato ragione ad un’amministrazione comunale che aveva consegnato l’intera documentazione con un piccolo accorgimento: era stata utilizzata la numerazione dei soggetti, anziché i nomi e cognomi. Quindi era stato scritto beneficiario uno, beneficiario due, beneficiario tre. Ma era stata consegnata tutta la documentazione. Qui ai consiglieri comunali non è stato consegnato un solo foglio di carta e questo non è ammissibile”.
Ad ingenerare il sospetto sulla regolarità delle modalità di assegnazione dei buoni spesa le numerose segnalazioni giunte dai cittadini. “Ci sono giunte diverse lamentele di soggetti non ammessi pur essendo privi di alcun reddito o di modestissimi redditi – prosegue il capogruppo di ‘Amore per Mascali’ – Non si capisce, inoltre, per quale motivo, se il comune è dotato di uffici e funzionari capaci di erogare i buoni spesa, il servizio di distribuzione questa volta sia stato affidato ad una società terza, con gli evidenti problemi relativi ad una possibile illegittima raccolta di dati sensibili, in violazione del G.D.P.R. n°679/2016. E’ l’ultimo tentativo che facciamo – chiarisce Giuseppe Cardillo – Se anche alla commissione d’indagine, alla quale non è opponibile il segreto d’ufficio, cui essa stessa è impegnata, non verranno consegnati i documenti, saremo costretti, nostro malgrado, a presentare una circostanziata denuncia alle autorità competenti”.