Al netto della campagna elettorale, delle foto e dei video postati dal sindaco uscente circa l’iper attività dell’amministrazione comunale, la raccolta della cenere vulcanica da strade e piazze va avanti a rilento. Molto a rilento. Con criteri molto discutibili. Non è dato sapere se l’amministrazione ne sia consapevole o se invece, passivamente, subisce certe ingerenze. Alla fine conta il risultato.
Ad una settimana dall’ultimo evento vulcanica il centro storico è ancora sommerso dalla cenere. I marciapiedi di via Callipoli e corso Italia sono stati puliti dai commercianti e da qualche residente, mentre corso Italia solo oggi ha visto comparire il primo bobcat. Le imprese sono state concentrate nelle frazioni. A Macchia soprattutto. Coincidenze elettorali? Forse. Stucchevole poi quanto accaduto in taluni quartieri dove i mezzi spazza cenere sarebbero stati notati all’interno di qualche condominio privato.
Nel frattempo, come detto, la città è ancora sommersa dalla cenere. Alcuni spazi verdi sono impraticabili. La bambinonoli di piazza Immacolata invasa dalla gramigna e dalla cenere, nonostante i solleciti di associazioni e residenti. Villa Margherita? Uno scempio. Analogo lo scenario nella villetta Garibaldi alle spalle di piazza Duomo.
Insomma a meno di un mese dal voto la città continua ad essere quella di sempre. Con i suoi acciacchi. I ritardi della burocrazia e la gestione della raccolta cenere che palesa lacune e in generale una disorganizzazione che davvero mortifica ogni aspettativa.