Presentato nei giorni scorsi, nella sala Tao al Carmine di Giarre, il volume “Ricordi di Guerra” del giarrese Salvatore D’Urso, curato dalla figlia Angela che in ricordo del padre, un uomo saggio ed umile, ha curato con dedizione, per anni, la realizzazione di questo libro, che vuole essere da monito soprattutto per i giovani, perché riscoprano ed apprezzino i veri valori di un tempo, l’amicizia e l’amore, e sappiano tracciare una linea di demarcazione fra il bene e il male.
Il libro, curato da Angela D’Urso, con il sostegno di Manuela Maccarrone, figlia di Angela e nipote di Salvatore, è un viaggio fra le memorie dolorose e allo stesso tempo intrise di nostalgia degli anni della seconda guerra mondiale.
Salvatore, all’età di 19 anni, come altri suoi coetanei, risponde alla chiamata della leva e prende parte al secondo conflitto mondiale. Drammatico è il distacco dalla sua famiglia, dalla madre. Lungo il tragitto in treno che lo porta ad Imperia, Salvatore inizia la sua crescita interiore.
Grazie alla sua esperienza di panificatore, Salvatore viene stanziato nella sussistenza riuscendo così ad evitare gli orrori della guerra. Man mano che il conflitto avanza la sua compagnia viene stanziata in Grecia dove incontra nuovi amici e il suo primo amore.
Salvatore si trova ancora in Grecia quando i tedeschi iniziano a ritirarsi e lui decide di unirsi ai partigiani. Solo dopo mille peripezie e momenti di paura raggiunge il porto di Taranto da dove può finalmente fare ritorno a casa.
Ma il ragazzo, partito nel 1940, non ancora ventenne, non c’è più, al suo posto c’è un uomo con tanta voglia di ricominciare a vivere.
Salvatore scrive lungamente in un suo diario dei questi terribili anni di guerra, della paura e della sua voglia di ritornare a sperare e a vivere come invece gli era stato in negato per 5 anni e proprio la figlia Angela, nel volume “Ricordi di Guerra”, ha voluto amorevolmente raccogliere le sensazioni, le paure, gli orrori ma anche i sentimenti di affetto e di amore vissuti dal padre durante il secondo conflitto mondiale.
“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto, che è stato di mille sacrifici e rinunce”, ha detto Angela D’Urso. “Sono felice di avere potuto realizzare questo mio sogno, da anni chiuso in un cassetto. Perché, grazie a questo libro, tutti sappiano i sacrifici di quei giovani che sono stati chiamati al fronte durante i conflitti mondiali senza avere la certezza di ritornare vivi. Per l’amore immenso che nutro per mio padre, proprio attraverso questo libro, ho cercato di farlo rivivere: un padre buono, saggio, pieno di virtù, esemplare che voleva bene a tutta la sua famiglia”.
“Trovandomi per le mani questo manoscritto – ha detto la nipote Manuela Maccarrone – ho capito che era una testimonianza che non poteva rimanere nell’oblio e insieme alla mia mamma abbiamo deciso di portare avanti il progetto di trasferire su carta quegli episodi dolorosi, quel bagaglio di sensazioni che mio nonno aveva sempre taciuto ma ha sentito il bisogno di condividere”.
Alla presentazione hanno partecipato anche il sindaco di Giarre Angelo D’Anna e alcuni rappresentanti dell’Amministrazione, oltre a molti amici e parenti del defunto Salvatore D’Urso. Ognuno, attraverso la propria personale testimonianza, ha tracciato la figura di Salvatore, un uomo umile e sincero, amorevole e buono.