E’ trascorsa tranquilla la “prima notte degli esami” del nuovo pronto soccorso del Sant’Isidoro di Giarre riattivato dopo 6 anni. Ieri pomeriggio alle 15.35 è giunto il primo paziente al nuovo Pronto soccorso. Una giovane donna accompagnata subito sottoposta al controllo del  pre-triage attraverso il quale si procede a screenare i pazienti per il coronavirus e rinviarli, se non sospetti, ai Pronto soccorso di competenza. L’obiettivo è quello di un unico filtro a cui inviare tutti i pazienti che si rivolgono a Pronto soccorso, per identificare quelli con sospetta infezione da Coronavirus (caso sospetto o contatto stretto) e indirizzarli nei percorsi a loro dedicati.

“Abbiamo rodato la macchina organizzativa sino a qualche minuto prima dell’attivazione ufficiale – afferma il neo coordinatore del Pronto Soccorso Francesco Longo – come tutte le ripartenze è stata dura ma siamo fiduciosi perché finalmente l’ospedale di Giarre possa ritornare ad essere una struttura di riferimento, garantendo ottimi livelli di professionalità in tema di assistenza all’utenza”.

Nell’area emergenziale sono attivi 4 posti letto allestiti nella sala per l’Osservazione breve intensiva (Obi), mentre a supporto delle attività assistenziali, sono presenti, h24, anche due ambulanze, una delle quali medicalizzata per il trasferimento dei pazienti in altro Presidio dopo la loro stabilizzazione; oltre che la tenda pre-triage per l’esecuzione di tamponi Covid, nell’area perimetrale dell’ospedale. Il neo coordinatore Longo non nasconde la propria soddisfazione per la riapertura del pronto soccorso: “Giarre ha riacquistato il diritto alla salute che era stato tolto nel 2015 con delle scelte assolutamente scellerate, oggi grazie all’impegno profuso dal governo regionale e con l’impegno della direzione dell’Asp, ripartiamo. E’ opportuno  precisare che il Pronto Soccorso del Sant’Isidoro di Giarre non è incluso nelle reti tempo dipendenti (infarto, ictus, traumi maggiori), delle quali fanno invece parte gli ospedali classificati come DEA di I e II livello, perché richiedono un più alto livello di complessità organizzativa”.