Emerge un quadro inquietante dalla relazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese riguardo le presunte ingerenze della criminalità organizzata nella gestione amministrativa del Comune di Calatabiano, culminata dal decreto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con cui si è proceduto allo scioglimento del Consiglio comunale di Calatabiano.
Come si legge nella relazione prefettizia «Sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione di imparzialità dell’amministrazione nonché il buon andamento di funzionamento dei ser- vizi con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica», ciò in coincidenza «di concreti univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi», con specifico riferimento al «locale clan malavitoso che nel tempo ha permeato e condizionato la mia vita politico-amministrativa dell’ente locale attuando strategie diversificate per consolidare rapporti con gli organi decisionali dell’ente locale. In tal senso – continua – la relazione prefettizia – ha evidenziato l’esistenza di un’intricata e fitta rete di frequentazioni, cointeressenze e parentele, dirette o acquisite, tra diverse amministratori – in particolare il primo cittadino e altri che ricoprono cariche di vertice dell’amministrazione locale e soggetti controindicati».
La relazione del Ministro Lamorgese, che prende spunto da quella del prefetto di Catania, si sofferma poi sulla «sussistenza di una commistione di interessi politico affaristici tra il primo cittadino, esponenti del clan mafioso locale e un imprenditore», Giuseppe Duina, che avrebbe garantito «sostegno elettorale assicurando in cambio affi-damenti diretti di commesse pubbliche o stabilità e vantaggi lavorativi a soggetti controindicati assunti da ditta so c’era società operanti per il Comune di Calatabiano, in ciò facilitato anche da un debolissimo apparato amministrati- vo, carente delle figure apicali degli uffici comunali spesso sostituire da personale scelta con incarico a carattere temporaneo o a scavalco con altri enti».