Eseguito in urgenza, all’Ospedale di Acireale, un delicato intervento in laparoscopia ginecologica, con paziente sveglia. La donna, in gravidanza, è ricorsa alle cure dei sanitarie per una grave emorragia interna. Grazie a un approccio mini-invasivo è stata sottoposta a laparoscopia in anestesia neurassiale, garantendo alla paziente una ripresa più rapida e minori rischi di complicanze post-operatorie. La donna ha interagito con i medici per tutta l’operazione.
È la prima volta, in provincia di Catania, e fra le primissime in Italia, che, grazie alla collaborazione fra l’UOC di Ginecologia (diretta da Michele La Greca) e l’UOC di Anestesia e Rianimazione (diretta da Giuseppe Rapisarda), vengono combinate le due metodiche che, fino agli anni Novanta, si ritenevano inconciliabili.
Per poter realizzare la laparoscopia è necessario immettere del gas nella cavità addominale del paziente, in modo da aumentarne le dimensioni e consentire al chirurgo di poter operare. Tale procedura era considerata incompatibile con il respiro spontaneo, caratteristica, invece, dell’anestesia spinale e peridurale (anestesia neurassiale).
L’intervento è stato condotto dai ginecologi Fabio Bonaffini e Salvatore Cannavò, e dall’anestesista Gianluca Cammarata, con il supporto infermieristico di Dionisia Morabito (strumentista) e Salvatore Maccaronello (infermiere di sala).
Oggi in Italia il binomio tra laparoscopia ed anestesia neurassiale viene applicato in pochi Presidi Ospedalieri.