I Categoria girone F: Russo Calcio – Giardini Naxos 4-1
TORRE ARCHIRAFI. S. Pietro Calcio (5-0 in casa), Villaggio S. Agata (1-5 in trasferta), Calcio Furci (4-1 in casa), Giardini Naxos (4-1 in casa), con la parentesi del Real Sud Nino Di Blasi (1-6 in Coppa Sicilia, in trasferta). Sono queste le tappe del tour (non turistico ma… sportivo) che la Russo Calcio di mister Seminara ha affrontato nelle ultime quattro settimane, tornando alla base con numeri da capogiro: sono 25 (tra campionato e Coppa Sicilia) le reti segnate, a fronte di appena 4 subite (di cui una in Coppa). In campionato le prime tre posizioni della classifica marcatori sono occupate dai giocatori della Russo Calcio: Mangano (foto sopra, la rete che ha dato il via al poker sul Giardini Naxos) e Varrica a 6 reti ciascuno (assieme a D’Amico del Furci) in vetta, seguiti da Tornitore (5 reti – foto sotto, la rete del 3-0 sul Giardini Naxos) e Maurizio Catania (4). Anche per chi non apprezza la matematica (presenti inclusi…) la chiarezza dei numeri sembra rifarsi chiaramente alla “regola del 5”: una media di cinque reti realizzate a partita (beh, sarebbero 4,8… ma facciamo cifra tonda!).
Ed i punti in classifica, che sono 25 (frutto di 9 vittorie ed un pareggio), con un distacco di ben 7 punti sulla Polisportiva S. Alessio (ferma a 18 punti), indicano chiaramente quali sia la gerarchia delineatasi in questa prima parte del campionato (a due giornate dalla conclusione): il titolo di campione d’inverno è saldamente nelle mani dei ragazzi della Russo Calcio, che sono davvero gli unici padroni del proprio destino.
Certo, lasciarsi andare adesso a facili entusiasmi e voli di fantasia, se da un lato sarebbero legittimati dalla classifica e dai valori espressi in campo, dall’altro rischierebbero di autorizzare un rilassamento che, seppur difficile da ipotizzare, potrebbe fare moltissimi danni. La Russo Calcio vista in campo, oltre ad essere una macchina da gol formidabile, capace di mandare a rete più di un giocatore, senza lasciarsi condizionare da soluzioni offensive basate soltanto su uno o, al massimo, due soli terminali offensivi, è anche un ingranaggio ben oliato. Finalmente, senza nulla togliere a quanto visto e fatto in passato, il centrocampo è un collante continuo tra difesa ed attacco, senza quei buchi che, in passato, più di una volta hanno quasi vanificato gli sforzi ed i gol fatti. Certo, scorrendo la lista degli indisponibili (Nicotra, D’Angelo, Salvo Pappalardo, Sciuto, Caltabiano, Messina, Rasà, Vecchio, Cartellone, Sgroi), viene da fare ancora più i complimenti al mister Seminara e, soprattutto, a chi è stato chiamato a sostituire gli assenti in delicati ruoli chiave. Ma, altrettanti complimenti vanno alla società, che è subito corsa ai ripari, con una serie di innesti mirati, capaci di far salire il livello qualitativo della squadra, fornendo al mister valide soluzioni alternative. E, nella scia di quanto appena detto, si inserisce l’ultimo arrivo (ma si tratta di un ritorno) in casa Russo Calcio: Fortunato Napoli.
Tutto rose e fiori, dunque, il cammino fin qui disputato dalla Russo Calcio? No, questo sicuramente no. Se vogliamo trovare qualche appunto da fare (della serie “avvocato del diavolo estremamente pignolo”…), lo possiamo trovare alla voce “reti subite”. Intendiamoci, in campo ci sono gli avversari che, chiaramente, cercano di far male e, qualche volta ci riescono, com’è giusto che sia nel gioco. L’appunto potrebbe essere mosso guardando alle modalità delle reti incassate: a risultato ampiamente acquisito, quando l’obiettivo dei giocatori è quello della gestione del gioco e del possesso palla, per attendere la fine della gara. Segno di rilassamento che, nella umana realtà delle cose, ci sta tutto. Ma, come abbiamo già detto, abbiamo voluto fare “l’avvocato (pignolo) del diavolo”…
Beh, la verità è che questa Russo Calcio è bella da vedere, fa gioire i suoi tifosi, sta costruendo, con pazienza e costanza, l’ultimo tassello di un progetto iniziato tanti anni addietro e portato avanti, campionato dopo campionato, senza mai abbandonare la propria identità: giocare divertendosi, con sportività, signorilità e passione, rispettando gli avversari e guardando sempre avanti. E stavolta, dopo tanti sacrifici, sembra proprio che all’orizzonte si stia delineando un prestigiosissimo traguardo… Che, per scaramanzia, ancora non vogliamo nominare… Anche se “la regola del 5”, sembra volerci dare ragione ad essere ottimisti…
Corrado Petralia