Al centro storico di Acireale, in via Marchese di San Giuliano, si trova la famosa “Biblioteca e Pinacoteca Zelantea”. Ubicata all’interno di un sontuoso palazzo in stile Neoclassico, ancora oggi riveste un’ importanza storico-artistico di grande rilievo.
Secondo le fonti pervenute, l’edificio monumentale venne progettato agli inizi del XX secolo da un certo Mariano Panebianco, rinomato architetto acese.
Le origini della Zelantea, a quanto pare, sono riconducibili a due istituzioni culturali che in origine avevano natura esclusivamente ecclesiastica: l’“Accademia degli Zelanti”, l’“Accademia dei Padri dello Studio”. Queste ultime, sebbene appartenenti a due istituzioni distinte, si riunivano nel medesimo luogo per promuovere e diffondere la cultura nel territorio. I documenti d’archivio, inoltre, riportano che nel 1834 le due congregazioni si associarono divenendo un’ unica entità attiva e operante nel campo del progresso culturale.
Siamo pure a conoscenza che nel 1934 gli Zelanti si unirono alla settecentesca “Accademia dei Dafnici”. Una parte della Zelantea, per di più, è adibita a museo ospitando al proprio interno la carrozza del “Senato acese”, il “Busto di Cesare”, la bandiera tricolore di epoca risorgimentale e una collezione di reperti greco-romani provenienti dal’’area archeologica di Santa Venera al Pozzo. La biblioteca, invece, custodisce oltre 106.000 volumi, 1.650 testate di riviste ed oltre 143.000 fascicoli di riviste. In definitiva, il patrimonio bibliografico supera le 250.000 unità.
Il fondo antico conserva oltre 56.000 volumi costituito da incunabuli, edizioni rare e vecchi manoscritti; c’è pure un epistolario che racchiude un repertorio di circa settemila lettere redatte da illustri esponenti della scrittura siciliana ottocentesca.
Di particolare pregio anche la Pinacoteca, che raccoglie una serie di opere d’arte risalenti all’asse cronologico compreso tra il XVII e il XIX secolo; prova ne siano le tele del Domenichino, del Guercino, della scuola di Matteo Ragonisi, Alessandro Vasta, Michele La Spina e tanti altri.
Tuttora, la biblioteca è considerata una vera e propria sorgente di sapienza e cultura che si impegna salvaguardare il patrimonio culturale e artistico dell’intero versante scese. A proposito di ciò, non può essere omesso il ruolo del luminare Paolo Leonardi Pennisi che nel 1850 formò il primo nucleo della “Pinacoteca”; proprio a lui , infatti, si attribuisce il merito di aver disposto per testamento la donazione di una cospicua collezione di quadri artistici.
Livio Grasso