Inés de Castro, figura chiave del balletto pantomimico italiano… nell’opera di Salvatore Statello -
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Inés de Castro, figura chiave del balletto pantomimico italiano… nell’opera di Salvatore Statello

Inés de Castro, figura chiave del balletto pantomimico italiano… nell’opera di Salvatore Statello

Ines De Castro… un nome che, al di là dell’immediato ricorso alle risorse della Rete, ai più riuscirà sconosciuto. Eppure, si tratta di una figura di riferimento nell’ambito dello “spettacolo scenico tra Settecento ed Ottocento, un’epoca cioè storicamente complessa, sospesa tra tradizione e innovazione, dispotismo e progresso. Un’epoca, soprattutto, in cui attraverso il palcoscenico sono passati i sogni, i fermenti politici e le aspirazioni della classe borghese in ascesa, che aveva fatto del teatro il suo epicentro”. Le parole di Paola Ciarlantini, musicologa e componitrice, nella sua introduzione, aprono le porte ai lettori dell’ultima opera di Salvatore Statello: “Ines de Castro. Eroina del balletto pantomimico italiano tra Settecento ed Ottocento”. Una opera che, come sottolinea la stessa Ciarlantini, “ha voluto idealmente chiudere un cerchio, completando un originale percorso di ricerca pluridecennale”.

Ma chi è stata, storicamente, Ines de Castro, protagonista del lavoro del prof. Salvatore Statello. Attingendo alle risorse di Internet apprendiamo che “Inés de Castro (Comarca de La Limia, 1320/1325 – Coimbra, 7 gennaio 1355) fu prima amante poi moglie dell’erede al trono e futuro re del Portogallo, Pietro I. Fu fatta assassinare dal suocero, Alfonso IV, contrario alla relazione del figlio con la nobildonna, e poi resa regina postuma dal marito, follemente innamorato di lei”. Una leggenda narra che “Pietro, divenuto re, avrebbe riesumato il corpo di Inés, l’avrebbe posto sul trono e coronato come regina del Portogallo con una splendida cerimonia, costringendo il clero e la nobiltà a baciare le ossa delle sue mani”. Fin qui, incontriamo la Inés figlia della Storia.

La Inés protagonista delle opere teatrali tra Settecento ed Ottocento, invece, la incontriamo nelle ricerche e nella susseguente produzione letteraria proposta dal prof. Statello. Una figura messa in risalto nei suoi aspetti di donna innamorata, di eroina dai sentimenti forti, di perno del conflitto padre/figlio, di madre, di simbolo di un amore tanto sincero quanto osteggiato dai rigidi canoni puritani della corte, di vittima degli intrighi di una corte corrotta, di pietra dello scandalo che fa deviare il Sovrano dai suoi doveri verso il Regno e i suoi sudditi. Ma, soprattutto, nelle varie interpretazioni proposto, simbolo di un Amore che va oltre la passione terrena, diventato eterno sia attraverso le gesta di Pietro I, una volta diventato Re, sia nella rappresentazione regalate al pubblico in Teatro.

Teatro che liberatosi “da inutili orpelli e dalla spettacolarità finalizzati al solo scopo edonistico ed estetico, lo ha trasformato in un vero dramma con una trama autonoma così da essere più aderente al «grido della natura» e alla verisimiglianza del vissuto quotidiano, raccontando una storia”. Il nuovo ballo “da più spazio alla mimica per cui i movimenti del corpo devono esprimere i sentimenti più profondi del cuore umano e devono suscitare forti emozioni nello spettatore”.

Gli autori/coreografi scelti dal prof. Statello per accompagnarci in questo percorso di conoscenza sono Giuseppe Canziani, Giuseppe Herdlitzka, Domenico Le Fèvre, Antonio Muzzarelli, Antonio Cortesi, Salvatore Taglioni, Luigi Dupin, Antonio Cianfanelli, Antonio Cortesi. Un percorso di conoscenza che, rivolto ad un pubblico di appassionati, accoglie anche chi ama la storia, chi vuol scoprire aspetti nuovi di un’epoca e di una monarchia che, pur lontani dal nostro vivere quotidiano, si aprono per offrirci spunti di riflessione e di conoscenza prima d’ora poco attenzionati.

L’opera del prof. Statello, infatti, anche se ci appare come la chiusura di un cerchio, la cui definizione è iniziata tantissimi anni addietro, lascia aperta la porta a nuovi spunti, che potrebbero essere svelati, ora o tra qualche tempo, una volta che dalle nebbie del tempo emergeranno nuovi aspetti di una Inés de Castro eroina sempre più eterna. Resa tale anche dall’opera meritoria del prof. Salvatore Statello.

Corrado Petralia

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