Il delitto di Giarre (Giorgio e Toni), si chiude il “cerchio”

Chiudere il cerchio. Dopo oltre 40 anni. Il 31 ottobre del 1980, a Giarre, venivano ritrovati i cadaveri di Giorgio Agatino Giammona e Toni Galatola, due giovani molto noti in città,  scomparsi circa due settimane  prima.  Giarre per la prima volta si ritrovò ad essere scenario di un efferato delitto di una coppia omosessuale – maturato probabilmente nella logica brutale del “delitto  d’onore” – e protagonista della mobilitazione che ospitò e che vide partecipi anche molti giarresi con il convinto sostegno del Sindaco dell’epoca, Nello Cantarella.

La pubblicazione del libro di Francesco Lepore “Il delitto di Giarre” ha squarciato, come mai prima, il velo di silenzio che per quattro decenni ha consegnato all’oblio la vicenda bella e triste di Giorgio e Toni ed ha trovato l’Amministrazione guidata dal sindaco Leo Cantarella, pronta a chiudere finalmente “il cerchio della storia,  riconoscendo ai due ragazzi quella dignità pubblica e, purtroppo solo simbolicamente, quel diritto alla felicità che gli venne crudamente negato.

Lunedì 9 maggio, alle 10,30, in occasione della presentazione del libro di Lepore,  alla presenza del ministro delle Pari Opportunità, Elena Bonetti e del Sottosegretario di Stato, Ivan Scalfarotto, cerimonia istituzionale con lo svelamento di una targa dedicata a Giorgio e Toni all’ingresso della Biblioteca comunale: un luogo storico per quella vicenda. In quella sede, si svolse la prima assemblea della società civile che raccolse  militanti di ogni luogo d’Italia a testimoniare la voglia di cambiare il mondo di  fronte all’assassinio di due ragazzi colpevoli soltanto di amarsi.

“L’evento di lunedì prossimo – afferma l’assessore alla Cultura, Tania Spitaleri – sarà all’aperto per consentire a tutta la comunità di parteciparvi,  insieme con le nostre scuole, i Sindaci del territorio e i tanti testimoni e  protagonisti di una lunga battaglia di civiltà. Giarre vuole fortemente riappropriarsi di questa pagina terribile e cruciale della sua stessa Storia e crediamo che solo una rielaborazione condivisa e collettiva possa restituire in memoria, la giustizia che Giorgio e Toni non hanno avuto in vita”.