Massima espressione dell’arte barocca, la “Basilica Collegiata di San Sebastiano” è una delle perle monumentali più suggestive di Acireale.
Antiche testimonianze confermano che il primo cantiere venne aperto nel 1644 grazie ai sussidi del municipio e delle offerte donate da parte dei fedeli. Sappiamo pure che, a seguito del devastante terremoto verificatosi nel 1693, tra il 1699 e 1705 l’edificio di culto fu ristrutturato interamente assumendo l’aspetto attuale.
La facciata, realizzata dall’architetto Angelo Bellofiore, sfoggia un incantevole fregio decorato con quattordici putti che reggono dei festoni. Per di più la chiesa, costituita da vari ordini architettonici, è abbellita da una balaustra che è stata ideata nel 1754 dall’esimio Giovanni Battista Marini; in essa si possono scorgere una serie di statue che raffigurano eminenti personaggi dell’“Antico Testamento”: si tratta di Giuditta, Giaele, David, Giosuè, Mosè, Aronne, Giuda, Sansone, Maccabeo, Gedeone.
L’interno del complesso religioso, invece, custodisce una moltitudine di affreschi dipinti dal famoso artista Pietro Paolo Vasta; le opere pittoriche si datano tra il 1732 e 1736. Tra le più celebri spiccano le cosiddette “Scene della vita del Santo”, collocate nelle rispettive aree del transetto e del coro, e le “Scene della vita del Cristo”, ben in mostra nella “cappella del Santissimo Sacramento” e nel tamburo della cupola.
Alcuni documenti d’archivio riportano che prima del 1693 la basilica ospitava delle tele ascrivibili al pittore Baldassarre Grasso, maestro del Vasta. Ad ogni modo, le opere d’arte più pregevoli sono le seguenti: “Pietà”, “Trinità coi santi Marco Evangelista, Girolamo, e “Liborio Vescovo”, “Santi Cosma e Damiano”, “ San Giovanni Battista di Antonino Bonaccorsi”, “ Gesù e Maria e San Gaetano”.
Di rilievo anche la cripta: ambiente ipogeo originariamente destinato alla preparazione, conservazione e seppellimento dei cadaveri. Al momento, il luogo sotterraneo ospita un museo che conserva dipinti vari e statue lignee. In passato, probabilmente nel lontano 1704, proprio qui si trovava la famosa “ Accademia degli Zelanti”.
Nella prima stanza della sagrestia, in ultimo, sono conservate opere di manifattura siciliana; a tal proposito, si rammenta l’illustre statua in cera di “Maria Bambina” risalente al XVIII secolo. Di grande pregio anche gli oggetti sacri che adornano la seconda e terza sala: doni ex voto offerti a San Sebastiano, reliquiari a braccio del Santo, gioielli, vasi e diamanti.