Si tratta molto probabilmente di uno degli ultimi numeri “10” come lo si intendeva fino a inizio nuovo millennio: dribblomani con il “vizio” per l’assist e la giocata strappa applausi. Parliamo di Alejandro Darío Gómez Villaverde, per i tifosi del Catania e per gli amanti del calcio conosciuto semplicemente come “papu”, che festeggerà la sua presenza numero 50 con la maglia del Siviglia. Ripercorriamo la carriera di questo fenomeno argentino che proprio con la seleccion albiceleste si è laureato campione del Sud America nel 2021.
22 anni e già tanta esperienza con il San Lorenzo, una delle “cinque grandi” squadre del campionato argentino. A quest’età e con 48 presenze e otto reti con la squadra di Buenos Aires arrivava a Catania per tre milioni di euro un trequartista che poi avrebbe fatto stropicciare gli occhi a molti in Serie A. Ai piedi dell’Etna il funambolo del 1988 con i suoi 165 centimetri d’altezza si espresse ad altissimi livelli collezionando 118 presenze e 18 reti fra coppe e campionato. Inoltre la presenza di Gomez a Catania combacia, e sicuramente non per caso, con il momento più alto della squadra sicula in Serie A, con un undicesimo e un ottavo posto conquistati rispettivamente nel 2011-2012 e 2012-2013.
L’argentino Gomez sta vivendo il momento più felice e più prestigioso della propria carriera professionale, e giocare stabilmente in Champions League è sicuramente alla sua portata e ciò che merita. Se il Siviglia, che secondo le statistiche e le quote calcio oggi sulla Spagna Liga, è all’ottavo posto in classifica subito dopo l’Athletic Bilbao, grande merito va anche alle giocate e ai goal del “papu” che continuano ad ispirare nella squadra il desiderio di rivalsa. Ma prima di passare al Siviglia, Gomez ha fatto non bene, di più, anche all’Atalanta, continuando a confermare quanto di buono visto all’ombra dell’Etna. E se non fosse stato per ciò che l’atleta aveva dimostrato in Italia al Catania, forse l’Atalanta non ci avrebbe mai puntato in maniera così determinata tanto da affidargli la maglia numero “10”.
Infatti il Papu, prima di approdare a Bergamo alla corte del presidente Percassi, aveva trascorso il campionato 2013-2014 per lo più in panchina al Metalist in Ucraina, stagione assolutamente non da ricordare per l’argentino. In Lombardia Gomez aveva chiuso con 209 presenze e 50 reti, mentre al Metalist Kharkiv con 23 presenze e tre reti. Attualmente Gomez è un punto fermo del Siviglia di Julen Lopetegui, e con Lamela forma un duo tutto argentino di dribbling e fantasia che incanta il celebre stadio Ramón Sánchez-Pizjuán.
Le stagioni in maglia rossazzurra sono state a dir poco fondamentali per formare il calciatore e il campione che l’argentino è adesso. Il passaggio all’Atalanta, fondamentale per il completamente mentale, tattico e atletico del calciatore nato a Buenos Aires, forse non sarebbe mai esistito se la presidenza bergamasca avesse dovuto analizzare la stagione in Ucraina al Metalist. Festeggia giustamente cinquanta presenza con un’altra gloriosa maglia, con cui Gomez potrà alzare qualche trofeo anche con un club, visto che a parte la Copa America CONMEBOL, la bacheca del talentuoso argentino in Europa appare praticamente vuota.