Continua senza soste la saga sulla presunta incompatibilità di due consiglieri comunali, Leo Patanè e Antonio Camarda con la raffica di missive del vice presidente del Consiglio Raffaele Musumeci. E fioccano le repliche.
“Ancora una volta – scrive in una lunga nota il capo gruppo dell’opposizione, Leo Patanè – sono costretto a replicare su una vicenda per la quale ho già avuto un’ordinanza del Tribunale Civile di Catania che non solo mi ha dato pienamente ragione ma ha anche condannato il Comune alle spese legali in mio favore per una somma di circa 10.000 €. Somma tra l’altro ancora non pagata dal Comune. Ad oggi, sono io ad avere un credito nei confronti del Comune e non viceversa. Il provvedimento del Tribunale Civile di Catania, ancora valido ed efficace nei miei confronti, ha una valenza sicuramente superiore rispetto ad una lettera di un Funzionario Comunale e/o Regionale, e riconosce la piena legittimità dei gettoni erogati in mio favore. A tal proposito riporto le testuali parole del Tribunale Civile nell’ordinanza del 30/07/2021, laddove entrando anche nel merito, riconosce che: “… il gettone di presenza compete al consigliere comunale per il solo fatto che abbia partecipato alle riunioni delle commissioni e ciò ancorché lo stesso abbia partecipato come “capogruppo”.
Conclude, Patanè: “Mi auguro, quindi, che Musumeci trovi nuovi temi di cui occuparsi, anziché ripetere in modo patetico sempre la stessa storia. Inoltre, nell’interesse della nostra Comunità Giarrese, auguro al consigliere Musumeci di essere eletto al Parlamento Regionale in modo da dar spazio in consiglio comunale a persone che abbiano veramente a cuore le sorti di Giarre e che si possano occupare dei veri problemi del nostro Comune che non sono certo i circa 13 € di gettoni erogati in passato ai consiglieri capigruppo”.