La storia infinita. Nelle scorse settimane è stata impressa una nuova accelerazione sulla riattivazione delle procedure di recupero dei gettoni di presenza non dovuti ai consiglieri comunali che hanno percepito tale indennità, adottando ogni provvedimento conseguenziale.
L’assessorato regionale delle Autonomie locali e della Pubblica funzione era intervenuto su una possibile causa di incompatibilità di due consiglieri comunali, Antonio Camarda e Leo Patanè, essendo trascorsi i termini assegnati per il pagamento delle somme indebitamente percepite e per questo aveva sollecitato “un chiarimento urgente”.
Il capo gruppo dell’opposizione, avv. Leo Patanè, per il tramite del proprio legale di fiducia, avv. Carmelo Barreca, ha presentato ricorso al Tribunale civile di Catania che, per la seconda volta in pochi mesi, ha accolto l’istanza di Patanè, ritenendola fondata.
Già un anno fa, alla vigilia della candidatura di Patanè a sindaco, alle scorse elezioni amministrative, si era pronunciato il presidente della 1^ Sezione Civile del Tribunale di Catania, in sede collegiale, riconoscendo la piena legittimità della corresponsione dei gettoni ai Capigruppo che partecipano alle Commissioni consiliari, in conformità al vigente quadro normativo.
Il Tribunale aveva anche condannato il Comune alle spese di giudizio. E dopo il nuovo ricorso del consigliere Patanè, sulla scorta della reiterata diffida del Comune, i giudici della Prima Sezione Civile del Tribunale di Catania, nell’ordinanza hanno rimarcato che “non colgono nel segno le difese del Comune di Giarre laddove oppone che il ricorso sarebbe inammissibile avendo il primo provvedimento cautelare raggiunto lo scopo: quello di consentire al Patanè di candidarsi alle elezioni amministrative. Né laddove sostiene che, essendosi svolte le elezioni, altro sarebbe il periculum in mora sotteso alla nuova domanda. Pretendere – come sostiene il Comune di Giarre nelle sue difese – che il Patané impugni nuovamente il secondo atto di diffida significherebbe consentire lo svuotamento sostanziale della tutela giurisdizionale”.
“Il Comune di Giarre, in violazione dell’ordinanza del Tribunale di Catania del 30 luglio 2021 che mi dava pienamente ragione ed inibiva l’Ente dall’agire nei miei confronti – commenta il consigliere avv. Leo Patanè – ha reiterato la medesima diffida e messa in mora contro la mia persona richiedendo ancora una volta circa 11 mila euro lordi per gettoni di presenza percepiti come capogruppo nel quinquennio precedente. Il mio legale, avv. Carmelo Barreca aveva avvisato il Comune che, reiterando la diffida, stavano chiaramente violando un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria commettendo un abuso di potere.
Il Presidente della prima Sezione Civile di Catania in sede collegiale ha infatti reso inefficace l’ulteriore diffida e messa in mora, inibendo, ancora una volta, il Comune di Giarre dal reiterare tale condotta lesiva della mia persona. Il Tribunale, altresì, ha nuovamente condannato il Comune a pagare in mio favore quasi 4mila euro omnicomprensivi di spese legali che si aggiungono ai circa 10mila euro, relativi alla precedente ordinanza non ancora pagati, oltre ai compensi che dovranno corrispondere al legale esterno incaricato per la difesa del Comune.
Appare evidente l’intenzione di danneggiare la mia immagine di consigliere di opposizione – rimarca Patanè – ricorrendo a queste illegittime e squallide azioni che creano solo un ulteriore danno erariale all’Ente, per un ammontare complessivo ad oggi di circa 17mila euro; somme che potevano essere destinate ad altre esigenze, come ad esempio, alla manutenzione stradale”.
LA REPLICA DELL’AMMINISTRAZIONE
Sulla vicenda replica il consulente legale del sindaco Cantarella, avv. Orazio Scuderi, precisando che “il provvedimento del Tribunale riguarda una prima fase del procedimento che riconferma un precedente provvedimento di sospensione cautelare ottenuto dall’avv. Patanè in relazione alla sua candidabilità a sindaco di Giarre ed alla sua attuale non incompatibilità a ricoprire la carica di consigliere comunale. A questa prima fase dovrà ancora seguire il giudizio di merito in cui il Tribunale dovrà pronunciarsi in ordine alla sussistenza o meno dell’obbligo di restituzione da parte del consigliere Patanè delle somme incassate a titolo di gettoni di presenza, quantificate in 11.145,69 euro.
L’ente, per uniformarsi a quanto disposto dall’Assessorato ed evitare le paventate ripercussioni di danno erariale e le connesse responsabilità contabili, nel luglio scorso ha avviato nei confronti di tutti i consiglieri comunali, mantenendo una par condicio tra essi, il procedimento di recupero dei gettoni di presenza costituendoli in mora. Attenderemo, pertanto, l’esito dei giudizi di merito uniformandoci alla statuizione dell’autorità giudiziaria”.