A Palermo è stato realizzato un raro spazio di memoria: La Biblioteca delle Donne e l’Archivio – Centro Documentazione della storia delle donne siciliane.
Se ne è fatta carico l’associazione UDI, Unione donne Italiane, che a Palermo è operativa dal 22 gennaio del 1945. L’UDI nel tempo, ha saputo aprirsi al corso della storia e alle differenze politiche e culturali delle donne.
La sua originaria politica, emancipazionista, impegnata sui diritti sanciti dalle leggi, è stata coniugata con il nuovo messaggio del femminismo degli anni settanta. Ben nota è stata la prospettiva femminista, secondo cui nel personale vi erano elementi di responsabilità pubblica, il rapporto uomo-donna era criticato in quanto modello gerarchico e patriarcale, la sessualità femminile era stata disconosciuta e repressa dalla cultura patriarcale, essere madri era una libera scelta, e, infine, le donne avevano necessità di nuove genealogie culturali.
Nel 1982 l’U.D.I. di Palermo, come le sedi di tutta Italia, diventò un’associazione delle donne e non solo per le donne e da un’associazione dall’articolazione quasi gerarchica si trasformò in movimento facendo proprie le novità delle femministe. L’U.D.I. di Palermo nel 1987 costituì la prima Biblioteca delle Donne ed il Centro Documentazione, senza dimenticare i servizi quotidiani e contingenti da offrire alle donne, così la Biblioteca ed il Centro Documentazione furono affiancate da un centro di consulenza per sostenerle. La sede, dal 1987 al 2017, è stata in Via XX Settembre n. 57.
I luoghi politici femminili sono stati sempre porti aperti e magmatici, così nel 2013 fu costituito un Coordinamento Antiviolenza, a cui partecipò anche L’UDI, che iniziò a chiedere al comune alcuni locali per le loro attività politiche e culturali. Nel 2015 Caterina Vitale, tra le attiviste del Coordinamento, scrisse l’articolo “Finalmente anche a Palermo”, pubblicato sulla rivista Mezzocielo n. 150 del 2016, con cui annunciò che la casa delle donne stava diventando una realtà.
Nel frattempo Caterina non c’è più ed il Coordinamento rallentò la propria attività, mentre l’UDI perseverò nel suo sogno di una più grande dimora. Il Comune di Palermo nel 2017, finalmente, affidò all’associazione dei locali in affitto. Daniela Dioguardi, fine intellettuale femminista, già deputata al Parlamento, la giovane e bravissima archivista Claudia D’Avossa e Marina Leopizzi sono tra le donne superattive della Biblioteca e del Centro Documentazione.
Tutte con orgoglio specificano che nel novembre del 2008 l’Archivio, dedicato ad “Anna Nicolosi Grasso”, è stato riconosciuto patrimonio storico e, in quanto tale, è stato destinatario di un progetto di archiviazione dei documenti, avviato dal Lazio di cui ha beneficiato anche la Sicilia. La documentazione è costituita dai materiali relativi all’attività svolta dall’U.D.I. palermitana sin dal 1946 e dai diversi fondi di donne che hanno svolto attività ed impegno pubblico, tra cui quelli di Vera Colaianni, Vera Cipolla, Simona Mafai, Marina Marconi, Beatrice Mortillaro Salatiello e quello della stessa Daniela Dioguardi, oltre al Fondo Arci Lesbica di Palermo e Raccolta Femminismo. La Biblioteca, dedicata a “Lina Caffaratto Colajanni”, raccoglie 8.000 documenti in massima parte provenienti da personali donazioni.
L’UDI di Palermo ha dato forma alla giovane memoria della storia del movimento delle donne siciliane, a cominciare dal secolo breve del novecento durante il quale si impose pubblicamente la soggettività femminile. Inventari della memoria, ha scritto la storica catanese Emma Baeri, che ha consegnato il proprio fondo all’Archivio di Stato di Catania. La Biblioteca delle donne ed il Centro Documentazione – Archivio di Palermo costituiscono il primo centro documentazione siciliano in cui le donne, in un reale ed identificabile luogo di politica femminista, raccolgono, archiviano e conservano i documenti politici e culturali pensati e redatti dalle donne, attraverso cui conoscere, ripercorrere, narrare ed interpretare la politica, i pensieri, i progetti politici delle donne siciliane dagli inizi del novecento ad oggi.
L’UDI palermitana ha continuato a praticare il primario desiderio dell’autonomia delle donne: i luoghi e l’editoria delle donne, adesso, anche, un luogo per la conservazione dei loro documenti politici e culturali. Uno spazio, pensato e realizzato sempre dalle donne, in cui coincidono la soggettivazione e l’oggettivazione della storia da conservarsi e da tramandarsi. Un luogo pensato “giusto per scongiurare l’oblio”, per citare ancora la storica catanese Emma Baeri.
La Biblioteca ed il Centro documentazione potrebbero costituire, per le scuole della provincia di Catania, e non solo, un luogo da visitare e conoscere.
Nunziatina Spatafora