“Si sente parlare di Ricerca e delle attività promosse per raccogliere fondi da donare agli enti, ma mi sono resa conto che non sappiamo nulla o sappiamo poco di come si svolge un lavoro di ricerca”, con queste parole si apre il dialogo con la prof.ssa Rosa Musumeci, docente del Liceo Scientifico di Giarre.
La sua esigenza professionale è diventata un progetto, per le sue studentesse e per i suoi studenti, di conoscenza della ricerca scientifica, che l‘instancabile dirigente scolastica Tiziana D’Anna ha pienamente sostenuto. La programmazione e la realizzazione del progetto “Ricerca ed Innovazione per il futuro delle Scienze Biomediche”, dalla durata di tre anni, è stata abbastanza complessa perché ha coinvolto, per la prima volta, le diverse sedi siciliane di Catania e Messina dell’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR – IRIB), ha coinvolto i suoi ricercatori e le sue ricercatrici, al fine dell’individuazione dei temi e per l’articolazione delle numerose attività teoriche e pratiche.
Il progetto si articola in due ambiti tematici di ricerca: Neuroscienze e Biomedicina e Biotecnologie. Il Liceo ha interloquito con i ricercatori dott. Mario Foti e Raffaele Morrone, e con la ricercatrice dott.ssa Maria Vincenza Catania che dal 2002 dirige anche il laboratorio di Neurobiologia dell’IRCCS Oasi di Troina.
Un progetto condiviso tra la scuola ed il CNR – IRIB che propone agli studenti un percorso formativo su argomenti e ricerche sviluppati dai ricercatori dell’Istituto per la Ricerca, con lo scopo di interessare e attrarre i giovani studenti alla ricerca scientifica nel settore biomedico e di orientarli alle scelte professionali. Le attività previste dal progetto sono state articolate sia con seminari condotti online e, da quest’anno, in presenza con oltre tredici attività laboratoriali presso il CNR – IRIB di Catania e di Messina.
Per entrare in punta di piedi nel merito e sul contenuto degli incontri, la prof.ssa Musumeci chiarisce che le attività presso la sede di Catania prevedono la visita guidata ai laboratori di Istologia, Colture Cellulari, Biochimica, Microscopia, Genomica. Gli studenti avranno modo di interagire con i ricercatori e seguire lo svolgimento di protocolli di laboratorio che consentiranno loro di comprendere come dalla preparazione dei campioni si arriva allo studio dell’espressione di proteine e acidi nucleici con metodiche differenti.
Il progetto è inteso come studio delle tecniche che permettono di riconoscere la presenza di una molecola di interesse in miscele anche complesse e come studio dei meccanismi con cui le molecole si riconoscono tra di loro, riuscendo così a svolgere delle funzioni utili per l’uomo.
Le attività della sede di Messina guideranno, invece, i ragazzi nell’utilizzo dei robot e della realtà virtuale immersiva per fini terapeutici. Seguiranno dimostrazioni pratiche che mostreranno come vengono utilizzati gli algoritmi di intelligenza artificiale (IA) ed in particolare verrà presentato un modello di IA che proverà ad interpretare il famoso fenomeno “Long-life Mate”.
Nello specifico il recente incontro, che la classe VA ha effettuato nei laboratori CNR-IRIB di Messina, ha avuto come oggetto l’applicazione dei robot, cioè dell’intelligenza artificiale, alla precoce diagnosi dell’autismo. Giovanni Pioggia, responsabile di CNR-IRIB di Messina, e il neuroscienziato Antonio Cerasa insistono a comunicare alle giovani ed ai giovani che ormai i migliori risultati si possono ottenere con un nuovo tipo di approccio. Si devono sviluppare conoscenze trasversali sulle nuove tecnologie e skills per una formazione traslazionale. Affermano ancora i due scienziati che “è fondamentale, ad esempio, operare nel settore della sanità, attraverso l’innovazione e l’uso di tecnologie all’avanguardia, che vengono prima testate e poi trasferite nella pratica clinica, gli specialisti non devono quindi più restare confinati nel proprio settore, perché è attraverso lo scambio e il confronto che si possono raggiungere risultati eccezionali”.
Le giovani ed i giovani del Liceo sono rimasti, naturalmente, entusiasti riguardo al merito del percorso scientifico, commentando positivamente la fortunata opportunità che la scuola ha offerto loro. Questo è un bel pensiero politico che investe la nostra istruzione pubblica che, nonostante le incoerenti politiche nazionali degli ultimi trent’anni, resta il luogo più significativo, come storia e competenza, a formare le nuove classi dirigenti della nostra Italia. E ciò è possibile sicuramente per risorse dello Stato, ma soprattutto grazie alla professionalità e alla passione delle e dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che quotidianamente si misurano con le sempre nuove domande degli studenti. Si vuole concludere questo articolo con le parole della dirigente Tiziana D’Anna che desidera specificare come il lavoro di squadra è quello vincente, e porge un grazie ai docenti che dalla teoria passano alle scienza ed ai suoi studenti curiosi del mondo a cui si stanno aprendo.
Nunziatina Spatafora