“Si pronto, Cateno… sto facendo una interpellanza…” Il consigliere di maggioranza Santo Primavera, impugnando il proprio cellulare, nell’attimo in cui si apprestava ad intervenire in aula per illustrare la propria interrogazione, con il microfono già attivo, ha risposto al telefono. Lo ha fatto nel pieno dell’ultima seduta del Consiglio comunale, durante lo sviluppo dell’attività ispettiva. Tutto è stato ripreso e trasmesso in streaming sui canali social del Comune. Immediato l’intervento del presidente del Consiglio Barbagallo che, vanamente, ha ripetutamente richiamato il consigliere Primavera. Per lunghi secondi vanno in scena urla e voci sovrapposte.
La telefonata… è andata avanti per qualche secondo, tra lo stupore dei consiglieri e del pubblico presente. Ma Primavera imperterrito ha insistito, ripetendo il suo mantra: … “era Cateno De Luca…”. Poi, nonostante il clima rovente, ha tentato in tutti i modi di proseguire il proprio intervento. E invece ancora urla e accuse reciproche. Davanti a tutti. E in diretta web. Quindi l’invito perentorio del presidente Barbagallo: “lei a questo punto non interviene, si siede e la invito a uscire dall’aula…” Apriti cielo.
Primavera, per nulla disposto ad allontanarsi dall’aula, minacciando di presentare un esposto, ha pubblicamente richiesto l’intervento dei carabinieri, telefonando egli stesso al 112. E nella baraonda generale la seduta è stata nel frattempo sospesa. I carabinieri presentatisi in municipio pochi minuti dopo, hanno ascoltato i due protagonisti dell’acceso diverbio.
Ognuno ha raccontato la propria versione dei fatti. Ristabilito l’ordine la seduta, dopo circa 45 minuti, è poi ripresa, in un clima di apparente calma. Restituita la parola a Primavera, egli ha illustrato la propria interrogazione contestando al presidente Barbagallo “il mancato inserimento, all’ordine del giorno, della relazione annuale del sindaco Cantarella, sull’attuazione del programma amministrativo che – ha rimarcato Primavera – risulta protocollata al 31 gennaio scorso”.
Barbagallo respingendo ogni addebito ha replicato che “la calendarizzazione per i lavori d’aula è stata, in accordo con tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, procrastinata di qualche settimana, a causa dell’arrivo della diffida del Ministero dell’Interno sul bilancio”.
Alcuni capigruppo consiliari di Giarre hanno espresso rammarico per quanto accaduto in aula nel corso dell’ultima seduta consiliare. “Impegno Comune stigmatizza ogni azione che metta alla berlina l’onorabilità dei luoghi istituzionali – dichiara il consigliere comunale Carmelo Strazzeri -. Non entrando nel merito dei contenuti delle dichiarazioni rese dal consigliere Primavera, la forma ed il rispetto dovuti all’organo di rappresentanza dei cittadini non possono essere mai violati come avvenuto lunedì sera. Perdipiù, il clima di tensione creatosi, ha fatto sì che un tema importante e delicato come quello sulla regolamentazione delle unioni civili sia stato trattato non alla presenza di tutti ed in un contesto tutt’altro che armonioso e collaborativo. Rispettare il Consiglio comunale – conclude – significa rispettare la Città”.
“Entrambi i soggetti protagonisti dell’episodio – commenta il consigliere Leo Patanè – hanno avuto una reazione eccessiva che mostra chiaramente come all’interno della maggioranza che sostiene cantarella vi sia un clima conflittuale e di astio. Una coalizione creata con il solo scopo di vincere le scorse elezioni unendo tra loro soggetti completamente incompatibili. Ora bisogna amministrare e le grandi incompatibilità tra i consiglieri di maggioranza iniziano a manifestarsi recando, come in questo caso, un grave danno all’immagine del Consiglio Comunale. Cosa ancor più grave è che tali comportamenti siano avvenuti sotto gli occhi del Sindaco che evidentemente non riesce più a gestire la sua maggioranza sempre se ancora esista una vera maggioranza”.
“Stigmatizzo l’accaduto e auspico che certi episodi e certe intemperanze non accadano più in Consiglio comunale – interviene il consigliere comunale Salvo Cantarella -. Ribadisco la fiducia nell’operato del presidente del Consiglio comunale, che ho contribuito ad eleggere, perché, a mio avviso, finora ha guidato bene il Consiglio. La stessa fiducia esprimo anche nei confronti del segretario comunale che, fin qui, ha operato bene”.
“Siamo stati spettatori in Consiglio comunale di una sceneggiata inutile e indecorosa – dichiarano Angelo Spina e Vincenzo Silvestro, consiglieri comunali del gruppo Conservatori e Riformisti Giarre ai Giarresi -. Stigmatizziamo l’accaduto e prendiamo le distanze dal metodo oltraggioso, irrispettoso e irriverente del consigliere Primavera, e auspichiamo che tali manifestazioni non si ripetano più in futuro. La città di Giarre ha importanti problemi da risolvere e questi negativi riflettori gettano discredito sull’operato dell’intero consiglio comunale. Teniamo a precisare – concludono Spina e Silvestro – che la condotta fin qui svolta dal presidente del consiglio è stata irreprensibile e conforme all’attività istituzionale che rappresenta”.
“Sicuramente è da stigmatizzare quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio comunale in termini di modalità e toni non consoni a contesti istituzionali – dichiara il consigliere comunale Antonio Camarda -. Da un punto di vista politico, non essendo l’accaduto il primo episodio critico in seno alla maggioranza, anche se ascrivibile a soggetti diversi che si sono precedentemente avvalsi dell’amplificazione dello strumento mediatico, sicuramente costituisce uno spunto di riflessione politica”.
Alle accuse replica Santo Primavera: “Mi dispiace che un semplice mimo sarcastico, di cui il Presidente del Consiglio comunale è ormai avvezzo per essere un assiduo frequentatore ripostese di Cateno De Luca, abbia suscitato una reazione incontrollata dello stesso che è poi divenuto un abuso. È inconcepibile che il Presidente del Consiglio, utilizzi a suo piacimento la Polizia Municipale con autorità. E non è la prima volta purtroppo. In merito chiedo autorevoli direttive del Sindaco, perché solo lui può impartire disposizioni alla Polizia Locale. Proprio per questo sono stato costretto a chiamare i Carabinieri. È stato violato il mio diritto di parola e pensiero, infatti il Presidente del Consiglio ha chiesto l’intervento del vigile presente. Le registrazioni d’aula ne sono una prova. Nel merito dell’interpellanza è chiaro che il Presidente del Consiglio ha violato l’art. 17 della legge 26 agosto 1992, n. 7 che impone che “Il consiglio comunale, entro dieci giorni dalla presentazione della relazione, esprime in seduta pubblica le proprie valutazioni”. Dal 31 gennaio 2023 la relazione annuale sull’attuazione del programma giace nei suoi cassetti senza essere stata mai inserita all’ordine del giorno per la trattazione”.